CECCO: noooo, Beppe, non ci posso credere…
BEPPE: credere a che cosa?
CECCO: al fatto che dopo meno di tre settimane ti sei fatto vivo di nuovo…
BEPPE: allora non ti fidi di quello che dico, non mi credi, per te non sono affidabile…
CECCO: non metterla giù così dura, mi avevi detto tante volte che ci saremmo incontrati con maggiore frequenza e invece lasciavi sempre trascorrere un sacco di tempo. Stavolta invece…
BEPPE: stavolta invece sono accadute tante di quelle cose che è difficile scegliere da dove cominciare…
CECCO: guarda, credo che la precedenza vada senz’altro al calcio, perchè abbiamo il caso del misterioso tedesco-pakistano e l’arresto di Rosati e Montemurro. Scusami se è poco…
BEPPE: sono d’accordo, la Openjobmetis ha “soltanto” giocato e, di questi tempi, limitarsi al campo non fa neppure notizia. Così vanno le cose…
CECCO: che mi dici del pakistano Kadir Sheikh?Varese-Bari Mister Shik
BEPPE: beh, la cosa più sorprendente è che lo si sia visto in carne e ossa allo stadio, con famiglia “allegata”, perchè in caso contrario ci sarebbe stato da dubitare persino della sua esistenza fisica.
CECCO: ammesso che quello che abbiamo visto al “Franco Ossola” fosse davvero lui…
BEPPE: eh beh, in effetti… Comunque la cosa aveva i connotati della bufala e alla fine infatti si è rivelata tale. Mi chiedo (anche se ho già la risposta) e ti chiedo, come si fa a investire nove milioni di euro in tre anni (guarda caso, proprio l’entità del debito del Varese, euro più o euro meno) per aprire quattro negozietti in un posto come lo stadio “Franco Ossola”? Ma dai… A meno che una società di calcio non serva come paravento per altre attività…
CECCO: sì, ma proprio Varese…
BEPPE: già, si era detto che, nelle valutazioni del nostro caro Sheikh, Varese era in concorrenza con Brescia e con Vercelli; ma, se la cosa fosse stata vera, credo che Varese sarebbe stata ultima in questa classifica di tre squadre, non foss’altro che per le condizioni degli altri due stadi, decisamente migliori rispetto a quello di Masnago. Va beh, comunque il caso è chiuso, con buona pace di coloro che si fossero eventualmente illusi…
CECCO: quindi al Varese resta una montagna di problemi…
BEPPE: ahimé, è così. Un mesetto fa avevo letto una intervista alla Prealpina di Beppe D’Aniello, il direttore generale, il quale sosteneva di essere tranquillo per le scadenze economiche di metà ottobre ma di avere qualche preoccupazione per quelle di dicembre. Bene, tempo due settimane, anche meno, cioè a metà ottobre, salta fuori che il Varese preferisce pagare gli stipendi ai dipendenti e non versare i contributi, con un altro punto di penalizzazione come naturale conseguenza. Se tanto mi dà tanto, a dicembre arriveranno altri due punti, a febbraio altri due o tre e via di questo passo…
CECCO: mi pare che, a questo punto, l’avversario più agguerrito del Varese sia proprio la società che gli ha già portato via quattro punti…
BEPPE: è una bella battuta, ma è anche la verità. Però devo dire che la scelta di pagare gli impiegati e qualche debito “vagante” fa onore alla società e anche alla squadra.
CECCO: sono d’accordo con te. Oltretutto, ed è un discorso che in passato tu ed io abbiamo già fatto, non capisco per quale ragione le panalizzazioni debbano scattare solo per i tesserati e non per i dipendenti o per chi, attraverso un contratto, presta la propria opera a favore della società. E’ una norma iniqua, ingiusta, da cancellare: forse i dipendenti hanno minore dignità o sono meno importanti dei tesserati?
BEPPE: pretendere che il calcio faccia cose giuste o sagge mi pare un po’ eccessivo…
CECCO: e il caso Rosati-Montemurro, senza scordare che in ballo c’è anche Bruno Limido?
BEPPE: guarda, il vero rincrescimento è per Limido che, per quel po’ che lo conosco, è una bravissima persona. Poi può capitare di sbagliare anche alle bravissime persone, che però, anche se sbagliano, restano delle bravissime persone.
CECCO: mi pare che tu voglia dire che Limido è una bravissima persona mentre le altre…
BEPPE: alt! Io non l’ho detto e aggiungo anche che mi spiace che qualcuno sia finito in galera, perchè quello dev’essere un posto in cui non è piacevole stare e in cui non auguro a nessuno di finire, neppure per un giorno. Però…
CECCO: vedi che c’è un però?
BEPPE: però credo che se tiri un po’ troppo la corda, finisce che questa corda si spezza, con tutte le conseguenze del caso.
CECCO: vedi analogie tra questa vicenda legata alle cooperative di lavoro interinale al Varese 1910? In fondo in entrambi i casi la conclusione è che i soldi non finivano dove dovevano finire…
BEPPE: direi che analogie non ce ne sono proprio, al di là di questa giusta osservazione. Le accuse a Rosati, Montemurro, Limido e agli altri arrestati sono in sostanza di avere fatto della contabilità fittizia e di non avere versato imposte per 63 milioni di euro su un giro globale di 250 milioni. Nel caso del Varese, ci si limitava a non pagare chi aveva diritto di essere pagato, a cominciare dallo Stato, che, lo ha detto Laurenza a chiare lettere (anzi, a chiari numeri), è creditore della società biancorossa per 7,7 milioni di euro.
CECCO: niente “nero” al Varese 1910?
BEPPE: nessuno lo ha mai ipotizzato, o meglio, nessuno ha mai accusato la società di avere creato del nero. Che sarebbe stato possibile solo nel caso in cui nella cessione di un giocatore Rosati, Montemurro e il d.s. dell’epoca si fossero fatti dare una parte del corrispettivo in contanti o con un pagamento a una banca delle isole Cayman, cose ovviamente tutte da dimostrare. Invece nel caso delle cooperative (che già avevano messo nei guai Ricky Sogliano alcuni anni orsono con una vicenda giudiziaria che è ancora in corso), pare che gli inquirenti abbiano in mano molti elementi che inchioderebbero gli indagati, ferma restando una scala di resposabilità che dovrebbe vedere Rosati sul gradino più alto.
CECCO: va beh, una vicenda tutta da seguire. Quanto resteranno in galera l’ex presidente e i suoi complici?
BEPPE: secondo me, in questi casi molto o forse tutto dipende dalla disponibilità a confessare. Se apri il libro, torni a casa; se fai il reticente, resti in galera.
CECCO: passiamo alla palla a spicchi. Peccato per la sconfitta della Openjobmetis contro Reggio Emilia, l’entusiasmo sarebbe arrivato a mille prima di Venezia…
BEPPE: lo so ma, a parte i due punti in meno in classifica, non credo che questa sconfitta abbia fatto calare di molto il “gas” che ha contraddistinto l’inizio di campionato dei biancorossi e che ha circondato la squadra. Anche se…Openjobmetis Varese-Reggio Emilia. Pozzecco abbraccia Diawara
CECCO: anche se… Ti pareva che non inventavi qualcosa…
BEPPE: anche se, stavo dicendo, non mi pare il caso di farsi chissà quali illusioni. Non so se l’hai notato, ma domenica scorsa Cantù è stata battuta di nuovo in trasferta, a Trento e non a Milano. E questo vuol dire che è venuta la conferma che Cantù non è la stessa squadra degli anni scorsi, cosa che già comunque si sapeva.
CECCO: dunque anche la vittoria di Varese alla prima giornata di campionato va un po’ riconsiderata, rivista, ridimensionata. E’ così?
BEPPE: è così per tutti coloro che si erano fatti un’idea forse un po’ sbagliata della forza della Openjobmetis, che comunque regalerà belle soddisfazioni e molte emozioni quando giocherà al PalaWhirlpool, di fronte al suo pubblico. E’ una cosa che abbiamo già detto e che ripetiamo. O almeno io l’ho detta e io la ripeto, non so se anche tu sei d’accordo…
CECCO: che cosa ti fa giungere a queste conclusioni?
BEPPE: soprattutto un fatto: la Openjobmetis ha vinto due partite e ne ha persa una terza dopo tre tempi supplementari con Diawara e Kangur capaci di giocare alla grande. Poichè i due giocatori in questione sono molto alterni, nel senso che giocano a quegli alti livelli una partita sì e una no, mi chiedo che cosa accadrà nel momento in cui non entrambi ma anche soltanto uno dei due “bucherà” la gara. Una alternativa sarebbe poter appoggiare il gioco sotto canestro, dove però c’è solo un giocatore come Daniel (Callahan è un rincalzo all’esordio in serie A, non so quanto potrà dare). Questa è la mia idea, magari è sbagliata, lo diranno le prossime partite.
CECCO: caro Beppe, naturalmente ti attendo al varco. Per ora ti ringrazio di esserti fatto vivo così rapidamente e mi auguro che anche il prossimo incontro non sia alle calende greche…
BEPPE: promesso! Ma adesso…
CECCO: alla prossima?
BEPPE: certo, alla prossima!

Cecco&Beppe