Dopo il filotto di cinque medaglie d’oro ai mondiali seguito dagli en plain all’europeo e al campionato italiano Daniele Cassioli siCass C riposa…al lavoro. Nel suo studio di fisioterapia al Medical Group di Castellanza il non vedente gallaratese re assoluto dello sci nautico per disabili si allena quotidianamente alla vita di tutti giorni all’insegna della parola che nonostante tutto lo accompagna da quando è nato: normalità.
“Non penso di averla detta come prima parola – scherza Cassioli – ma certamente è tra le prime che ho sentito dai miei genitori che quando capirono di aver avuto un figlio cieco vollero crescermi normalmente iniziando dalla scuola e parallelamente allo stesso modo nella pratica sportiva. Dal karate, al nuoto, allo sci alpino fino colpo di fulmine con lo sci nautico”.
Si ma come si fa a trovare stimoli in una disciplina sportiva dove si domina ogni gara senza storia?
“Non è difficile. Basta sciare per passione e non per vincere. Gli stimoli li trovo in allenamento per migliorarmi e trovare ogni volta qualcosa di nuovo. Forse non è un caso che in allenamento faccio errori e cadute che difficilmente mi capitano in gara”.
CASS BSportivamente parlando hai già iniziato il campionato do basket.
“Si e sono arrabbiatissimo con l’allenatore perché mi lascia sempre seduto in panchina – Daniele scoppia in una grassa risata e poi riprende – ovviamente scherzo sono e devo restare seduto in panchina perché nella Pallacanestro Legnano Knight sono il fisioterapista, penso l’unico non vedente in Italia almeno nel basket”.
Al lavoro e in campo, quindi fuori dal tuo mondo sportivo, senti intorno a te lo stupore della gente.
“Beh si, succede e lo posso capire. Soprattutto in studio tra i primi clienti qualche reciproco imbarazzo c’è stato ma poca cosa. Ora mi devo ambientare nel nuovo Centro composto da più ambulatori ma i colleghi mi sono di grande aiuto. Nel Legnano c’è un ambiente stupendo dove mi sono trovato subito ad occhi chiusi – e giù un’altra risata – Nel Centro Federale di sci nautico a Recetto mi muovo come a casa mia. Per accessibilità della struttura e attività integrata la nostra Federazione è un esempio”.
Come la finiamo questa intervista?
“Con un appello: sono nato a Roma e sono tifoso delle squadra giallorossa. Il Papa l’ho incontrato, Totti ancora no. Se qualcuno può metterci una buona parola gliene sarei eternamene grato”.

RB