Non si è placata, neanche dopo il secondo faccia a faccia che c’è stato ieri sera al rientro del pullman del Varese allo stadio. La rabbia dei tifosi del Varese è ancora tanta e non è fine a se stessa. Quelli “vomitati” addosso a squadra e dirigenza durante Cittadella-Varese (5-1) non sono stati i classici inulti di chi non è contento. Qui si tratta di una vera e propria paura che l’incubo diventi realtà. E quello che spaventa di più, forse, non è tanto perdere la Serie B, quanto pensare che si potrebbe ricominciare tutto da capo. Tra i tanti cori qualcuno ha pronunciato: “Con Laurenza in Eccellenza”. I tifosi del Varese hanno paura di dover tornare al principio, di ritrovarsi senza via d’uscita nel limbo dei Dilettanti.

“Dopo la deludente trasferta di Cittadella, dopo una notte insonne passata a sbollire la rabbia ed a cercare una risposta a mille “perché”  a nome del Presidente Livio Saccani, che rappresenta tutto il nostro club, vogliamo testimoniare all’ AS Varese 1910 la nostra vicinanza in un momento così delicato. REAGIRE è la parola d’ordine! Ma bisogna farlo in maniera composta, chiedendo a tutti uno sforzo in più a cominciare dalla rosa dei giocatori, da chi è a bordo campo e da chi va sugli spalti. Ci deve attendere una settimana di lavoro positiva al fine di vincere con il Carpi, non una settimana di tensione per giocare con il Carpi. Alla squadra giunga il nostro messaggio: Forza ragazzi, su la testa. Oggi è un altro giorno”.
Questo è il messaggio ragionato e trasmesso dai tifosi di Passione Biancorossa, club del Settore Distinti, che non ci pensa neanche a gettare le armi e crede più che mai alla salvezza.

Anche la Curva Nord ha voluto lanciare l’ennesimo messaggio dicendo senza mezzi termini ciò che pensa: “Partendo dai giocatori (escluso qualcuno) sono tutti degli uomini senza pa..e e senza onore. Se quest’anno non ci dovessimo salvare, da qui non se ne va via nessuno. Il mister l’abbiamo voluto noi e ha aggiunto che lui non si dimetterà mai e fino alla fine starà con noi. Rivolgendosi ai “giocatori” ha detto chiaramente che ‘le parole ora non contano più un ca..o. Contano solo i fatti. Le dimostrazioni in campo’. Carpi, Spezia, Brescia, Novara e Siena. 5 partite di inferno. Ci siamo privati di stare con le famiglie la mattina dell’1 maggio, eravamo in 350 ieri a Cittadella sotto grandine e temporale, e questo è il vostro ringraziamento. RISPETTATE E ONORATE QUESTA CA..O DI MAGLIA UOMINI SENZA RISPETTO E SENZA CO…..NI”.

I cori e la contestazione dunque non sono nati e finiti lì, a Cittadella, sono tornati fino a Varese e hanno aperto a tante riflessioni. La squadra non è all’altezza della categoria? La società ha sbagliato qualcosa? Centra la guida tecnica? Tutte domande che è inutile porsi perché a questo punto non c’è più spazio per gli interrogativi. Varese e tifosi, insieme, devono smettere di pensare, smettere di ragionare. In campo deve scendere chi ci crede. C’è bisogno di undici Blasi. E studiare l’avversario non diventa più necessario. Il Varese deve essere concentrato su se stesso. In campo ci deve essere una sola squadra. C’è chi ci crede? E chi ci crede veramente ce la farà a dimostrarlo? Mancano cinque partite e il Varese è chiamato almeno a vincerne due, non importa come.

Elisa Cascioli