Tutto è pronto per la 42ª edizione del Rally di San Marino (da domani fino a sabato), uno degli appuntamenti sulle quattro ruote più attesi. Quest’anno più che mai potrà essere ancora più intenso.
La corsa, valida per la quinta tappa del Campionato Italiano (oltre che per il Trofeo Terra), potrebbe infatti dare una svolta sul vincitore finale. La lotta è serrata; racchiusi in 12 punti ci sono Umberto Scandola su Skoda Fabia S2000, Giandomenico Basso su Ford Fiesta R5 e Paolo Andreucci.
Altro spunto di notevole interesse, sarà la prova spettacolo su asfalto che venerdì dalle 20:00 alle 23:00 colorerà le strade sammarinesi.
Tra i pochi (pochissimi) iscritti, spicca il nome di Giuseppe “Giò” Dipalma che, navigato da “Cobra”, sarà a bordo di una Renault New Clio R3.

“Sarà un’esperienza particolare -ci racconta il malnatese alla vigilia della partenza-, perché si tratta della nostra prima volta su terra. Personalmente non vedo l’ora di provare perché, venendo dal mondo delle due ruote, la terra è un elemento che mi piace particolarmente. Sono curioso di vedere come cambiano le cose su una macchina. Ad ogni modo si tratta di una gara importante che sarà utilissima per fare esperienza e proseguire con il buon passo che abbiamo avuto al Targa Florio”.

Stagione molto positiva la tua fino ad ora.dipalma
“Siamo molto soddisfatti dei nostri risultati. Chiaramente facciamo molta fatica perché i nostri avversari hanno quello che a me, naturalmente, manca: l’esperienza. Ma stiamo lavorando bene, facendo molto gioco di squadra, per riuscire a tenere il loro passo e la loro velocità. E su questo possiamo ritenerci soddisfatti. Siamo cresciuti enormemente in quest’ultimo periodo, ma dobbiamo tenere la testa sulle spalle e continuare a lavorare senza soste riducendo al massimo i margini di errori; sappiamo di dover stare attenti perché un eventuale incidente può condizionare la partecipazione ai rally successivi poiché, purtroppo, il nostro budget non è per nulla illimitato”.

Le qualità tue, però, ti hanno portato ad essere selezionato per l’Aci Team Italia.
“Motivo di profondo orgoglio per me. Si tratta di un progetto fantastico ed unico che mi fa sentire molto privilegiato. I miei colleghi un po’ più ‘attempati’ non hanno avuto la fortuna di poter contare su queste iniziative. In poco tempo (due anni, ndr), dovremo essere bravi a dimostrare le nostre capacità mettendoci alla prova gara dopo gara rispettando anche regole ‘scomode’. Ma il gioco vale la candela e sono contento di ambire a questa importante possibilità”.

Molti piloti di Varese vedono in te un grande talento. Pressioni?
“Assolutamente no; ciò che faccio mi viene molto naturale. Sono felice che abbiano questa grande stima in me, ma ho ancora molta strada da fare. In questo sport ciò che più conta è l’esperienza che si fa sulla strada. L’età mi aiuta? Ho ‘già’ 24 anni; diciamo che i prossimi tre anni saranno fondamentali per perseguire il mio sogno”.

E quale sarebbe?
“Mi piacerebbe diventare un pilota professionista per poter gareggiare al Mondiale. E non smetterò mai di ringraziare chi mi aiuta in questo: gli sponsor, la G. Car Sport Racing di Villaguardia e in ultimo, ma non per questo meno importante, il mio amico/navigatore ‘Cobra’. Senza di lui non ce l’avrei nemmeno fatta ad arrivare a questo punto”.

Marco Gandini