RobertoSi sono presentati in più di 5mila ierisera al Franco Ossola, tutti accomunati da un solo desiderio: vedere il Varese ancora in serie B. E la squadra di Bettinelli li ha accontentati. C’è grande fierezza nei volti dei tifosi a fine partita, finalmente la quiete dopo la tempesta. C’era paura di retrocedere non solo da parte dei sostenitori, ma anche da parte dei giocatori: “Erano visibilmente contratti – dice Roberto -. Nella ripresa sono scesi in campo convinti di aver raggiunto l’obiettivo ed hanno subito due gol, ma per fortuna abbiamo reagito bene e la partita è finita nel migliore dei modi”.

DanielNon poteva esserci pareggio più dolce. “Come tutti ho avuto un po’ di timore nel 2-1 per il Novara, ma dopo il 2-2 abbiamo messo la salvezza in cassaforte – dice Daniel -: la retrocessione era ormai solo un brutto ricordo. D’altronde, arrivando dal Piola con un 2-0 a favore, non potevamo fallire proprio in un momento così importante”.

Luciano e Silvia

Anche Silvia e Luciano confessano il loro timore dopo i due gol dei novaresi: “Ci siamo spaventati però eravamo fiduciosi. Ci siamo rilassati un attimo e il Novara ne ha approfittato. Un plauso va anche a loro che ci hanno provato fino alla fine.

Il migliore in campo? Sicuramente Pavoletti, il Re indiscusso di questi playout che con una doppietta ha portato il Varese sul 2-2. “Un grande, il migliore – lo definisce Salvatore -.  Purtroppo dopo questa stagione stupenda ci lascerà, ma è giusto così. È un ottimo giocatore ed è giusto che lo Salvatore e Luca Simone e Lucadimostri anche in categorie più importanti”. Grande merito va anche al Mister della squadra biancorossa, Stefano Bettinelli: “Da quando è arrivato lui la squadra è cambiata – dice Simone, in foto insieme a suo fratello e tifoso per antonomasia del Varese, Luca Alfano -, ha cambiato la testa dei giocatori. È stato decisivo perché nel calcio non è importante solo il livello fisico, ma anche quello psicologico. I ragazzi sono visibilmente cresciuti. È stata una salvezza sofferta, ma davvero bella”. Ora non ci resta che festeggiare questo importante traguardo.

Marta Scolaro