Il clima nel post Varese – Cittadella è incandescente a dir poco. Un manipolo di tifosi si porta al di fuori dello spogliatoio dei veneti e urla battute poco simpatiche verso Gerardi. Per usare un eufemismo, il centravanti toscano non sta molto simpatico ai biancorossi, infatti è reo di avere sbagliato apposta un rigore che avrebbe condannato lo stesso Cittadella quando ancora la stagione scorsa giocava con la Reggina. “Disonesto” e “Uomo di m….a” gli appellativi più utilizzati.

Venendo alla partita, c’è molta delusione, come spiega Antonio (a destra nella foto in alto): “E’ vero, ma loro hanno meritato. C’era un rigore netto che avrebbe chiuso la partita. La svolta c’è stata quando è uscito Coralli e loro si sono messi col 4-4-2: la loro rapidità ci ha messo in difficoltà, e in più erano più forti di noi fisicamente. Abbiamo sofferto molto dalla parte di Rivas, che è apparso ancora fuori condizione”. Il Varese è stato prevalentemente a due facce: una prima frazione decisamente in palla e una ripresa totalmente fuori partita. “Il primo tempo – dice Enrico – è stato molto bello, poi si sono persi. Non ho capito bene l’ultima sostituzione di Bettinelli: perché mettere Blasi e non un attaccante? Comunque, bisogna ripartire dal Varese dei primi 45 minuti, lì siamo stati super”.

Lucida anche l’analisi del giovane Stefano, entrato allo stadio con un euro grazie alla promozione: “Non siamo stati capaci di gestire i minuti nelle gambe perché all’inizio abbiamo avuto troppa foga. Nella ripresa ci siamo fatti sovrastare, non ne avevamo più. Mi è piaciuto chiaramente Neto e Capezzi. L’episodio decisivo è stato il rigore non dato. Certo, bisogna ammettere che col cambio di modulo del Cittadella non ci abbiamo capito nulla”. E alla fine, è arrivato un pareggio col retrogusto di una sconfitta.

Luca Mastrorilli