Prima di scrivere il consueto punto sul momento del Varese ho aspettato qualche giorno. Ho voluto leggere impressioni e commenti delle varie testate, dei protagonisti e soprattutto dei tifosi. Ho filtrato critiche (spesso ingenerose) e considerazioni apparse sui social (straordinari termometri dell’umore biancorosso) e mi sono fatto un’idea ben precisa. Questa squadra piace. A chi la segue allo stadio o in TV e, se devo essere onesto, anche a chi scrive. Si, ci sono argomenti tecnico-tattici da affrontare dopo una sconfitta come quella di Carpi, ma appartengono alla cronaca. E alle argomentazioni che Bettinelli avrà discusso con i suoi ragazzi nella camera-caritatis dello spogliatoio. Dove ci si confronta guardandosi negli occhi e si cementano rapporti e intenti. Ecco quello che sto vedendo nel Varese 2014-15: un gruppo nuovo anche se composto nella maggior parte dei suoi elementi da giocatori confermati.

Protesta_RosA Carpi il Varese ha perso la prima partita della stagione. Dopo le buone prestazioni di Coppa Italia, sofferte e per questo convincenti, è arrivato il successo nell’esordio con lo Spezia. In Emilia domenica scorsa i biancorossi hanno sbloccato il risultato con un gol straordinario di Petkovic, sono stati raggiunti, si sono riportati in vantaggio con un’invenzione di testa di Neto. Poi sono arrivati dieci minuti di distrazione in cui Bastianoni è stato trafitto tre volte. È vero, i due colossi della difesa Borghese e Rea non sapevano più da che parte girarsi sulle rapide sortite degli uomini di Castori che superavano con troppa facilità Fiamozzi e De Vito, ma se la difesa è aggredita è perché il centrocampo non copre. Se gli esterni avversari sono liberi di scorrazzare lungo le fasce è perché gli attaccanti non li tengono impegnati. Molto nel secondo tempo del “Cabassi” non ha funzionato. Eppure anche sul risultato di 4-2 ho notato qualcosa di diverso. Il Varese premeva, cercava con insistenza la rete che potesse riaccendere la speranza nel recupero, non riusciva a sfondare facendo il gioco degli avversari che agivano di rimessa. Ma la squadra non si è arresa dimostrando a tratti rabbiosa lucidità. Da qui bisogna ripartire.

La partita con il Lanciano sta per diventare la più importante di questo avvio di stagione. La squadra di Bettinelli sta cercando una propria identità e dovrà mostrare (soprattutto a se stessa) di che pasta è fatta davvero. Il messaggio è rivolto in particolare a chi è stato messo da parte nella passata stagione e lotta per conquistarsi uno spazio proprio. Conta chi gioca, aspettando chi non è disponibile. È il momento di chi è stato nell’ombra e cerca un po’ di luce. Vincere significherebbe saper reagire ai momenti di difficoltà. Avere la maturità necessaria per capire che un ceffone ricevuto spesso aiuta a crescere. La caduta di Carpi mi ha ricordato lo scivolone della matricola di Sannino a Bergamo, contro l’Albinoleffe. È il momento di rialzarsi e correre nonostante le ginocchia sbucciate, incuranti del dolore e con la voglia di spingere in rete quel pallone. Esattamente come quando si giocava all’oratorio.

Vito Romaniello

Vito Romaniello
Direttore Agr