Due parole, “Ci rivedremo”. Non una minaccia, ma una speranza, di poter riprendere un cammino interrotto troppo bruscamente. Il destino lo ha ascoltato e dopo la sconfitta con il Padova è tornato a Varese. Quella stessa squadra che all’andata ha determinato l’inizio della crisi (ricordate l’anticipo del venerdì, con il Varese primo in classifica all’intervallo e sorpassato nella ripresa?). Stefano Sottili riattacca la spina e per prima cosa vuole risvegliare l’orgoglio dei giocatori: “Chi è disposto a dare tutto, me lo dimostri. Chi non lo è, stia pure a casa. Dobbiamo riprenderci l’entusiasmo del primo giorno al Palace, della presentazione in piazza Monte Grappa. Sul campo dobbiamo dare tutto, essere disposti a morire prima che un avversario ci passi sopra. Sono certo che la gente è pronta a riabbracciare la squadra. Con Oduamadi e Di Roberto il gruppo è più forte. Ora deve funzionare la testa, questione di volontà e condizione fisica. La rosa è ampia, c’è chi rischia di stare fuori, ma so di avere a che fare con giocatori intelligenti. Non ho tempo da perdere in queste cose: chi mi viene dietro, bene. Sennò si fa fuori da solo. Se un calciatore antepone gli interessi personali a quelli del gruppo si esclude da solo. Qui c’è un solo interesse comune: il Varese. Stop. Se vogliamo raccattare qualcosa e centrare in fretta il traguardo dei 50 punti dobbiamo mettere elmetto e corazza, imbracciare lo scudo e andare a fare la guerra”.
Rimettendo insieme alcune dichiarazioni di Stefano Sottili sulla situazione che ha trovato tornando a Varese c’è da stare tranquilli. C’è ancora tempo per non pensare (troppo) alla classifica. L’importante è trovare lo spirito di gruppo e la comunità di intenti per risollevarsi e uscire da una situazione tanto complessa. Trapani, Empoli e Palermo: niente male come inizio. Si tratta di tre fra le squadre più forti della stagione: “Non dobbiamo farci prendere dal panico pensando alla classifica. Dobbiamo tenere presente il peperoncino: pizzica! E’ d’obbligo ritrovare una certa emotività in quel che facciamo, quel trasporto che diventa agonismo e voglia di partecipazione. Con la squadra può risbocciare pure l’amore dei tifosi”. Il richiamo alla città arriva alla vigilia di due partite consecutive al “Franco Ossola”. Al Palermo si penserà dopo il turno infrasettimanale con l’Empoli.
I toscani hanno messo in evidenza contro la Reggina le due armi più efficaci di cui dispongono: la velocità nelle sortite offensive e la capacità di capitalizzare i calci piazzati (battuti da Valdifiori). Tre gol sono arrivati su palla inattiva, esattamente come la rete incassata da Bressan a Trapani nell’anticipo di venerdì. Terlizzi ha centrato la porta per la prima volta in questa stagione proprio contro il Varese a dare l’ennesima conferma della puntualità con cui si ripete la legge dell’ex. Attenzione allora all’empolese Maccarone che dopo alcune settimane di digiuno ha deciso di sbloccarsi proprio in corrispondenza della Quaresima. Veniamo invece ai primi effetti della gestione Sottili. La squadra ha dimostrato carattere e compattezza, non si è sfaldata dopo essere passata in svantaggio e con il ritorno al modulo 4-4-2 sembra avere ritrovato equilibrio. Robusto l’asse di centrocampo Blasi-Corti, bene Di Roberto nel secondo tempo (quando è tornato sulla sua fascia destra), abile Bjelanovic a capitalizzare l’unica palla sfuggita alla difesa trapanese per pareggiare poco prima del riposo. Il Brasile invece non ha suonato la samba. Calil ha una voglia matta di segnare ma ha esagerato con le conclusioni dalla distanza insistite e lontane dal bersaglio. Neto invece è entrato ancora una volta a partita in corso. Alla fine è arrivato un punto che porta a -13 la soglia della salvezza e ridà morale alla vigilia di due gare consecutive al “Franco Ossola” che dovrà tornare ad essere una fortezza.
Vito Romaniello
Direttore Agr