Lo confesso, sento il passare degli anni. Non dal punto di vista fisico, intendo. Sono abbastanza “imponente” per non avvertire acciacchi e dolori. Qualcuno una volta mi disse: più passa il tempo, più divento sentimentale. Oggi comprendo il significato di quella frase e osservo con occhi diversi la realtà e i segni del destino. Ed anche gli uomini. Carpi e Spezia hanno abbattuto la squadra di Sottili, caduta sotto i colpi implacabili degli ex. Pesoli non ha esultato dopo il rigore trasformato a Masnago, in quello che è stato il suo stadio, la sua casa. Poi ha fatto molto peggio: ha salutato la tribuna augurando la “C” al Varese. Proprio lui che qui è stato osannato, amato, adorato. Ha schiaffeggiato chi sugli spalti indossava la maglia con il suo nome. In Liguria il tecnico Mangia e bomber Ebagua hanno fatto il loro lavoro, ma hanno mostrato rispetto e affezione per la piazza che li ha lanciati nel calcio che conta. E dire che il rapporto fra il miglior attaccante della storia varesina e una parte della tifoseria non è stato tutto rose e fiori. Eppure lui non ha mai nascosto la sua gratitudine verso questa città. È vero, come diceva Totò, ci sono “Uomini, ominicchi e quaquaraqua”. Chi ha mandato in orbita il Varese 1910 oggi rischia di essere la causa della sua scomparsa. Destino bast.. beffardo.
Contro il Carpi abbiamo avuto una bella cornice di pubblico. La partita avrebbe dovuto girare diversamente, ma si è compiuta la vendetta di un ex che ha fatto di tutto per non essere rimpianto e il Varese ha perso per la quinta volta di fila. Qualche ora dopo il match mi arriva un messaggio: «Oggi quelli dei playoff che hai chiamato sono venuti. Ora tocca ai ragazzi farci vedere che sono vivi». Il mittente è Carlo Prelli, un allenatore che lavora bene con i giovani. Per me invece è il ragazzino che ho visto esordire in biancorosso nel campionato 1990-91, quello della retrocessione in C2. Nuovo segnale del tempo che passa. Quell’anno il buon Peo Maroso fece debuttare nel calcio professionistico un altro giovanotto destinato a una brillante carriera: Lele Ambrosetti, l’attuale direttore sportivo biancorosso. A lui sono affidate ora le speranze di evitare i playout. Ricordo quando andò via dalla sua città mi chiamò, andammo a bere un caffè in centro, mi salutò con la promessa che prima o poi sarebbe tornato a casa. Un ventenne che dimostrava la maturità di un veterano. È stato di parola.
Per chi si trova sugli spalti il calcio è passione pura, per chi scende in campo invece diventa presto una professione. Ma nel lavoro, come nella vita, la differenza la fa il cuore. Se sposi una causa, un’idea, un progetto e ti ci butti a capofitto non puoi fare altro che raccogliere buoni frutti. E se ciò non accade almeno ci hai provato, non puoi avere rimpianti. Contro il Brescia inizia un mini-campionato di tre partite. In palio non ci sono solo punti, c’è il futuro. Anche di chi a fine stagione non sarà più qui.
«Giocare undici contro undici non mi spiacerebbe quando c’è in palio la vita!»: questo lo sfogo amaro del presidente Laurenza dopo la sconfitta di La Spezia, la sesta consecutiva del Varese. Da quando è tornato Sottili i biancorossi sono bersagliati da decisioni arbitrali avverse ha voluto sottolineare il patron riconoscendo una grande vitalità e forza d’animo in un gruppo che non si rassegna finché la matematica consente di sperare. La situazione di classifica è comunque impietosa. Il passato è un fardello ingombrante. Pesoli (chissà perché rancoroso ex), Ebagua (gol in fuorigioco), Mangia (rigore su un’azione che non ci doveva essere) hanno abbattuto il Varese nelle ultime uscite. Pisano ha provato a dare una mano alla squadra che lo ha lanciato (suo il primo gol nella vittoria del Palermo a Cittadella). Romantico ed efficace il ritorno di Momenté, gol alla sua seconda presenza (prima da titolare): destino cosa hai in mente?!
Non è successo niente. Sta cominciando un mini-campionato di tre giornate. 270 minuti in cui c’è in palio la vita, il domani, il futuro. Cuore, ci vuole cuore. Poi tutto il resto, tattica, polmoni, arbitri. Brescia e Siena in casa prima del duello all’ultimo sangue di Novara. Tre giornate, il campionato comincia sabato. Non è successo nulla. C’è tempo per recuperare. Dopo tutto il campionato comincia sabato.
Vito Romaniello
Direttore Agr