Non basta. Il Varese sta pian piano acquistando una propria fisionomia, una identità ben precisa, ma non basta. Bettinelli sta mandando in campo gente che ha fame, voglia di emergere, cambia formazione in base alle necessità, ma non basta. I biancorossi viaggiano alla media di un punto a partita e per raggiungere la fatidica “quota 50”, quella della salvezza, questo ruolino di marcia non basta.
Bisogna dare qualche colpetto all’acceleratore per mettere in cascina un po’ più di fieno. L’inverno è lungo e porterà al mercato di gennaio, quello di riparazione, spesso decisivo nell’esito finale della stagione. Interventi sulle rose che faranno saltare molti equilibri. Ecco perché il Varese deve correre più veloce degli altri. A Brescia è arrivato il primo punto esterno. Neto e compagni hanno affrontato un avversario in evidente difficoltà che ha fatto di tutto per aggiudicarsi il match ed effettuare il sorpasso in classifica. Andrea Caracciolo si è sbloccato su rigore proprio contro Bastianoni, del resto la porta biancorossa è uno dei suoi bersagli preferiti (nel 2013 l’ha centrata quattro volte).
Tre legni hanno salvato la difesa del Varese, che ha tremato ma non ha ceduto. All’ultimo respiro, a mezzo minuto dalla fine del recupero, Zecchin ha segnato il punto del pari. Punizione dal limite dell’area, barriera piazzata a coprire il palo alla sinistra di Arcari, parabola angolata e precisa che si è infilata nell’angolino. Una perla, una traiettoria che ha indicato la via da seguire in questa annata. Il cammino sarà pieno di curve, tortuoso, ma bisogna crederci finché il tempo lo consente. Come fanno i tifosi, il mister, i giocatori. Avevamo detto che la sconfitta (incredibile) di Carpi ricordava molto quella di Bergamo con l’Albinoleffe, ai tempi in cui il Varese era matricola. Quella lezione servì parecchio. Dopo la rovinosa caduta in Emilia, Bettinelli ha riordinato le idee, ribadito ai suoi che ogni partita è ossigeno per sopravvivere ed è ripartito. In molti lo hanno seguito, passo dopo passo.
I giocatori corrono insieme, cadono insieme, si rialzano insieme. I più giovani seguono l’esempio dei veterani. È il segreto per crescere. Simic accanto a Rea, Capezzi vicino a Corti, Scapinello sulla fascia opposta a quella di Zecchin, tanto per ricordare gli ultimi inserimenti. Ora arriva il Cittadella e il diesse Ambrosetti fa bene a ricordare la sconfitta rimediata in Veneto la scorsa primavera. Allo stadio “Tombolato” le ambizioni biancorosse furono ridimensionate e cominciò il declino che portò ai playout. Fu quella sconfitta probabilmente a cambiare il destino del Varese.