Il portiere Javier Grande è l’ultimo acquisto del Cassano Hc, subentrato dopo l’infortunio al tendine d’Achille di Ivan Ilic, operato la scorsa settimana. Grande è nato il 2 gennaio del 1982, viene da Buenos Aires, precisamente dal quartiere Ramos Mejia, ma vive in Italia da oramai 8 anni e mezzo, ed è perciò naturalizzato come italiano. Ha giocato 4 anni nell’Handball Noci, poi ad Agrigento, Altamura, Mezzocorona e l’anno scorso militava nel Sassari con Carrara. Quest’anno ha iniziato la stagione al Benevento nel girone C della DNA, per poi essere chiamato a Cassano.
Quando ti è arrivata la chiamata da Cassano cos’hai pensato?
“La situazione a Benevento non era delle migliori e avevo anche altre offerte, ma poi valutando le persone che sono qua e anche il fatto che c’è Alejo, che è una persona a cui io voglio molto bene, mi sono deciso per scegliere qui. Poi tornare nel girone A, al nord, mi stimola perché qui il livello di pallamano è il migliore in Italia”.
Come ti stai trovando?
“Bene, bene. Subito mi sono sentito accolto bene dai ragazzi che mi fanno sentire parte della squadra, una buona accoglienza anche da parte del mister con cui ho parlato chiaro e ho capito quello che vuole, e cioè aiuto, e io cercherò di dare il meglio. Qua, per quello che vedo, si respira pallamano, in qualunque ora si venga al Palazzetto c’è sempre allenamento di ragazzi o ragazze, di tutte le categorie”.
Sabato scorso hai debuttato in casa contro Bolzano, come ti sei sentito?
“Avevo tanta voglia di dimostrare di essere all’altezza della situazione. Ho cercato di dare il massimo e abbiamo mancato di poco la vittoria”.
Quando hai iniziato a giocare a pallamano?
“Ho iniziato a 14 anni e l’ho conosciuta grazie a mio fratello più grande. Io prima giocavo ad un altro sport, a Paddle, un mix tra squash e tennis, poi sono stato costretto a lasciare per mio padre, perché lui pensava che era uno sport che non aveva futuro. Grazie a ciò che lui mi ha vietato, mi ha dato la spinta per dimostrargli che potevo vivere di sport, considerando poi che io giocavo a Paddle già da 6 anni e ho giocato anche i Mondiali e vivevo per questo sport. Quindi a pallamano ho iniziato un po’ per imposizione ma mi è piaciuto subito, ho iniziato dagli under 14 per poi arrivare alla prima squadra in Argentina, poi ho avuto la possibilità di giocare in nazionale e ho conosciuto Alejo, anche se io ero più piccolo, ero negli under 21 e quell’anno, nel 2003, ho giocato ai Mondiali”.
Tu fin da subito ti sei definito nel ruolo di portiere?
“Sì subito, perché mio fratello era portiere, quindi quando sono passato alla pallamano non ho avuto altra scelta che seguire lui. Per molti anni abbiamo giocato insieme nello stesso club Colegio Ward, lui ora non gioca più. Prima la mia squadra argentina era piccola, ora è cresciuta ed è diventata una delle più forti dell’Argentina ed è un orgoglio per me e per i miei amici”.
Sei qui da solo?
“Sì sono qui da solo, ma la mia fidanzata è a Salerno, è italo-argentina e gioca anche lei a Pallamano in A1 a Salerno appunto, si chiama Amelia Belotti. Questa scelta di trasferirmi qui al nord ci ha allontanati territorialmente perché lì stavamo a 40 km di distanza, però comunque scenderò, per fortuna ci sono treni e aerei”.

Federica Scutellà