Se alla vigilia un punto sarebbe sembrato un lusso, a conti fatti l’amaro in bocca è tutto della Pro Patria. Il post-partita dello “Speroni” è aperto dalla vis ruspante di Giampaolo Calzi: “Sono incavolatissimo” esordisce il capitano di giornata biancoblu (in realtà l’espressione sarebbe più colorita ma il senso s’è capito). “Abbiamo regalato il pareggio ad una squadra che ha fatto un tiro in porta”. Nell’azione del gol veneto però è stata fatale l’ingenuità di provare a giocare la palla con Spanò a terra? “Ho finito di gridare adesso con i ragazzi. Dobbiamo avere più mestiere ma questi errori aiuteranno a crescere”. Ovviamente la rete su punizione è frutto di lunghe sedute di preparazione balistica: “Posso anche dirlo ma sapete che non è vero”, celia il centrocampista di Borgomanero che da buon veterano vuole chiudere con una carezza ai teenager tigrotti: “Basta guardare la distinta per capire quanto siamo giovani. Un plauso a chi pedala tutta la settimana a 2.000 all’ora e alla società che ha selezionato questo gruppo sin dall’estate”.
Sulla lunghezza d’onda dei due punti persi si sintonizza anche mister Colleoni (ancora in panca al posto di Colombo) che apre il libro dei rimpianti: “Non abbiamo concesso nulla alla squadra più in palla del campionato. Un errrore costato carissimo ma la crescita del gruppo è sempre più evidente”. Non manca il giudizio sulla prova di Moscati, chiamato all’improbo compito di surrogare Serafini: “E’ stata una prestazione di grande sacrificio. Alle punte chiediamo anche la schermatura sui centrocampisti avversari: era difficile fare meglio”.
Altro protagonista di giornata il laterale Mignanelli che sottolinea lo spessore del gruppo: “Partita di grande sostanza. C’è mancata un po’ di esperienza ma in occasione del pareggio non avevamo visto Spanò a terra”. Chiave tattica dell’ultimo mese il cambio di modulo (dal 4-3-3 al 4-4-2)? “Può essere. Questo sistema di gioco è sicuramente meno complesso da interpretare”.
A rischio check-in per il volo in partenza, il tecnico biancorosso Giovanni Lopez che tesse le lodi della Pro. “Sapevamo che avremmo sofferto la loro aggressività ma nel primo tempo ci hanno messi sotto. Qui faranno fatica in tanti”. Parole che sollecitano l’apprezzamento di Pietro Vavassori (presente in sala stampa): “I complimenti arrivano sempre da fuori. Qui a Busto, si dimenticano in fretta“, la chiosa di un patron così vicino e così lontano dalla città della sua squadra.

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Giovanni Castiglioni