P come POLONARA Achille: a 22 anni, al primo anno vero da titolare, ha messo insieme numeri più che positivi (10.6 punti, 59% da 2, 34% da 3, 75% ai liberi, 5 rimbalzi), offrendomi una netta sensazione: ‘sto ragazzo crescerà ancora tanto e possiede margini di sviluppo notevolissimi. Per prima cosa ha acquisito una naturalezza nel tiro dall’arco che lo scorso anno non possedeva. Poi, almeno di mano sinistra, mette la palla per terra con discreta sicurezza. E, ancora, ha migliorato anche il controllo del corpo nei classici tiri “fade”. Insomma: in attacco, anche se manca quasi totalmente la triade palleggio-arresto-tiro, le cose vanno più che bene. Semmai è in difesa che il buon Achille, se vuole fare il salto di qualità definitivo, deve migliorare a vista d’occhio. Lento per marcare i 3; poco tosto per reggere i 4. Ma Polonara c’è: ha mentalità e umiltà per lavorare sulle sue manchevolezze. Ce la farà. Speriamo a Varese.

P come POZZECCO, Gianmarco: lo so, non c’entra con l’alfabeto del 2014, ma un secondo dopo l’annuncio del suo arrivo si sono già scatenate le polemiche ed il “Poz” ha già diviso la piazza in pro e contro il suo ruolo di futuro allenatore. Esagerato, isn’t it?

P come PUBBLICO: nessun dubbio in proposito. Quello che affolla Masnago merita di gran lunga di salire sul gradino più alto del podio. Perché, a parte il tifo, a parte il calore, a parte il sostegno, a parte tutto, proprio in questa stagione ha dato prova di capire molto. Di pallacanestro. E anche del resto: situazioni, momenti emotivi e tanto altro. Alcune prese di posizione rimarranno nella storia di questo sport. Ricordate gli episodi, vero?

R come RUSH, Erik: giocatore di straordinarie qualità atletiche che, alla riprova, più volte ripetuta, dei fatti ha reso meno di quanto ci si aspettasse. Per la serie opportunità sprecate. Peccato.

Sakota

S come SAKOTA, Dusan: al riguardo di Dule Fabrizio Frates, nella cena già citata, con evidente rammarico mi diceva: “Se solo Dusan capisse che, con le sue qualità, e soprattutto grazie al suo tiro, potrebbe diventare uno specialista incredibile, un sesto-settimo uomo di lusso buono anche per i livelli assoluti di Eurolega. Invece, partire dalla panca, lo macera e ne annacqua carica agonistica, intensità mentale e partecipazione emotiva”. Già, se solo lo capisse. Anzi, se solo avesse capito. Magari per tempo.

S come SCEKIC, Marko: l’enciclopedia del post-basso; la summa del movimenti di piede perno. Uomo da una decina di minuti di qualità. Quando gli è chiesto di andare oltre, è un guaio. Per lui e per la squadra. Fuori dal campo, uomo semplicemente super.

S come STOGLIN, Terrell: non un fenomeno, bensì un discreto giocatore che ha fatto benino, ma mi è sembrato ancora troppo coinvolto mentalmente con l’NBA per adattarsi/piegarsi alla realtà europea. Pregasi ripassare più avanti, quando certe pulsioni avranno perso intensità e saranno atterrate su un piano di realtà.

V come VESCOVI, Francesco: nel novembre scorso eletto Ri-Presidente, suo malgrado e nonostante la sua dichiarata insofferenza. Adesso, circondato da grande curiosità generale, è atteso ad un nuovo ruolo tecnico. Più libero e sereno. Quindi, per il bene di Varese, si urli con fiducia: forza Cecco!

1ª parte – L’alfabeto della Cimberio, 1ª parte. Dalla A di Armenise alla D di De Nicolao
2ª parte – L’alfabeto della Cimberio, 2ª parte. Dalla E di EuroCup alla G di Giofré
3ª parte – L’alfabeto della Cimberio, 3ª parte. Dalla H di Hassell alla N di Nebuloso

Massimo Turconi
(foto di Simone Raso)