È un fiume in piena Laurenza che si presenta nella sala stampa di via Manin carico di parole. “Faccio una premessa – dice –: non è nel mio stile il comportamento che ho avuto in queste due settimane. Diversamente dalle abitudini non ho riposto al telefono, ma né per supponenza, né per arroganza, avevo semplicemente bisogno di raccogliere idee ed energie. Sono concentrato a raggiungere l’obiettivo finale che è condurre la nave in porto. E questo avverrà quando riuscirò negli ultimi adempimenti. Per citare Maroni, sono impegnato h 24. Questi sono i miei playout. Mi sto dando con anima e corpo alla causa del Varese. Dopo le dimissioni di Montemurro sono stato obbligato ad essere più presente e fattivo”.

A distanza di un anno, Laurenza si è insediato lo scorso 26 di giugno, è questo il suo bilancio: “Un anno fa parlai dei quattro pilastri della casa del Varese: società, giocatori e ragazzi, tifosi, mass media e istituzioni con il territorio fondamenta come fondamenta e come tetto una dose di fortuna.
Partiamo dal primo: la società di fatto si è divisa in due fazioni e i problemi interni sono emersi con troppo chiacchiericcio. Non c’è stata compattezza. Non si è remato all’unisono. Io ho osservato e tratto delle conclusioni e dei giudizi. Questo è un pilastro che va ristrutturato”.
Capitolo giocatori: “Ho chiesto di onorare la maglia, di mostrare grinta, fame e voglia di farcela. Ma la stagione è stata strana anche da questo punto di vista. In alcuni tratti qualche punto interrogativo me lo sono posto anche io. Chi non ha fame è meglio che vada via perché non la voglio. Il Settore giovanile è uno dei motivi che mi ha portato a non mollare mai quest’anno. Ringrazio tutti quelli che ci lavorano”.
Un pilastro positivo? Quello dei tifosi: “Ha sorretto da solo questa società. Ho visto costituire Passione Biancorossa che ringrazio insieme ai Blood Hounour, ai Globuli biancorossi e a tutti gli altri che hanno dato sostegno”.
Giudizio positivo anche sul lavoro dei mass media e delle istituzioni: “Grazie per il sostegno. Sono un presidente atipico, permettetemi la battuta, perché ho avuto sostegno e appoggio fattivo del sindaco e dai politici Giorgietti, Marantelli, Galli, Cattaneo. Chi più chi meno mi ha sostenuto”.

Nota dolente è il terreno: “Pensavo fosse roccioso, invece si è rivelato paludoso e sabbioso. Mi aspettavo più appoggio. Nonostante gli innumerevoli appelli, mi ritrovo da solo. Ho investito quasi 5 milioni di euro per tenerlo in vita un malato terminale. Non mi faccio da parte, ma da solo non ce la posso fare. Quando sono arrivato l’hotel Continental aspettava da noi 35mila euro. C’erano tanti creditori che aspettavano soldi e risposte. In 5 anni, partendo da piccolo sponsor, ci sono sempre stato. Ho investito più di 2 milioni e mezzo di euro come sponsor. Nel primo anno di B, prima della scadenza del 16 aprile, ho versato metà della sponsorizzazione della stagione successiva per evitare punti di penalizzazione. Quest’anno ho fatto uno sforzo 10 volte superiore da quello prospettato. Ho messo a disposizione il mio personale di Oro in Euro gratuitamente. Mi sono pagato le trasferte, non ho minimamente pesato. Ho portato progetti e quello della costruzione di un nuovo impianto è stato selezionato dalla Lega come uno dei tre progetti piloti. Se non cambiamo modello di business, il calcio italiano fallirà. La polisportiva? Un progetto accantonato per i risultati negativi di quest’anno”.

Laurenza fotografa la situazione economica-finanziaria:Il debito attuale è di circa 9 milioni e mezzo, 7 e mezzo dovuti all’erario, mentre 2 milioni sono dei microdebiti sul territorio. Senza i 5 milioni non saremo arrivati a novembre. Quando sono arrivato, un anno fa, ho ottemperato anche agli ultimi 4 mesi della stagione prima. I debiti allo stato, come Lotito, proverò a spalmarli in 10/15 anni. Il nuovo Varese deve essere con 0 euro di debiti con tutti. Questa mattina è arrivata un’altra delibera negativa da una delle mie banche per la fideiussione. Da qui a 15 giorni, le due settimane di deroga concesse dalla Lega, penso che queste risorse possano arrivare. Purtroppo avremmo due punti che si sommeranno a quello già avuto. Stiamo giocando i playout a livello societario. Salvarci ai playout ci ha compattato perché ne siamo usciti forti. Domattina ho un nuovo incontro con una delle mie banche e sono certo che ce la faremo. Non sono il magnate indonesiano e non lo è nessuno in Italia. È impensabile che un bene collettivo possa sostenerlo una persona sola. Abbiamo avuto un milione in meno di incassi con vendita biglietti, abbonamenti e sponsorizzazioni”. Al presidente si fa notare che Pallacanestro Varese e Unendo Yamamay, nonostante i campionati inizino a ottobre e novembre, sono già partite con la campagna abbonamenti. “Noi partiremo l’11 luglio” risponde Laurenza “e mi aspetto che i 2055 vadano in prelazione”.

“Nell’ultimo periodo c’è stato un contatto con la famiglia Sogliano. Io personalmente ho incontrato Riccardo. Rosati? Mai sentito. Mi ha chiamato solo una volta dopo il passaggio delle quote, momento coinciso con l’arrivo negli uffici della finanza. Dal sud Italia è arrivata una proposta indecente, non dai miei soci. Avrei dovuto ottemperare alla stagione in corso, loro avrebbero messo il necessario della fideiussione, ma avrebbero preso la maggioranza. Ho detto ‘no grazie’. Attualmente le quote sono congelate. Il 2013 è stato chiuso con 2milioni e 340mila euro di debiti. La mia quota aumenterà”.

Se il Varese non è riuscito a rispettare la scadenza di oggi, cosa cambia da qui a 15 giorni? “Scenario A – dice Laurenza -: ce la farò solo con le mie risorse. Avere la fideiussione non è stato possibile sono per mancanza di tempo, tre settimane non bastano alle banche. Le garanzie ci sono e le risorse finanziarie pure. Arriveranno dai contratti del calciomercato di giugno. Stiamo aspettando la certificazione nella camera di compensazione del 5 di luglio. Sassuolo e Palermo in quella data devono depositare le fideiussioni per avallare contratti di Pavoletti e Lazaar. Ciò servirà per portare avanti la delibera. C’è anche un scenario B: non dovessi farcela, poco da tanti o tanto da pochi spero possa arrivare dal territorio”.

Infine: “Il budget che avevo dato non è stato rispettato. 31 giocatori in rosa, cambio di tecnico e staff hanno influito. Abbiamo speso 700mila euro in più del previsto e chi ha sbagliato ha pagato perché non c’è più”.

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Elisa Cascioli