Sembra passata una vita dall’ultima partita della Cimberio Varese. Eppure non è trascorso nemmeno un mese. E l’astinenza comincia a salire, accentuata dalla consapevolezza che per un bel po’ (almeno fino al prossimo ottobre), il parquet del PalaWhirlpool rimarrà chiuso a qualsiasi manifestazione cestistica ufficiale che coinvolga la Prima Squadra della Pallacanestro Varese. Il tempo, ora, comincerà a passare lentamente per tutti coloro che amano questo sport e che non si accontentano delle semplici notizie che quotidianamente vengono proposte dai giornali. Tra coloro che soffrono maggiormente, non ci sono solo tifosi; bensì anche addetti ai lavori che vivono le stagioni biancorosse in prima linea e che non si accontentano di guardare il basket dalla poltrona della propria casa.

“Effettivamente manca parecchio -risponde Matte Jemoli, vice allenatore della Cimberio-. In particolar modo la sera, quando sei obbligato a star seduto sul divano o ad andare al Forum a vedere gli altri giocare; in questo caso brucia, soprattutto se pensiamo che nelle ultime due stagioni eravamo abituati ad essere noi i protagonisti sul campo. Di giorno, invece, non è cambiato nulla, perché stiamo continuando i lavori individuali con i giovani, gli italiani e i migliori prospetti del nostro ricco settore giovanile faticando due volte al giorno sia dal punto di vista atletico che da quello tattico. Sono queste occasioni uniche per studiare alcune situazioni che nel corso della stagione, per mancanza di tempo, non sempre si riesce ad affrontare in maniera approfondita. Mancando l’impegno agonistico a fine settimana si ha la possibilità di lavorare sui dettagli o sulle carenze individuali in modo da rendere il giocatore via via più completo”.

Come hai vissuto l’anno da poco conclusosi?Jemoli Bizzozi
“Da una stagione come quella appena vissuta si imparano tante cose. Penso all’esperienza in EuroCup, dove abbiamo potuto toccare con mano il livello del basket oltre confine, ma anche alle difficoltà di gestire, a stagione in corso, le partenze di giocatori chiave che ci hanno obbligato a pensare in pochissimo tempo a dei sostituti validi nel ristretto mercato degli ‘scontenti’ e dei liberi”.

E poi il cambio in panchina.
“Vero, anche se in questo caso, essendo stato promosso Bizzozi, le difficoltà sono state minori. Anzi -aggiunge-, con Stefano mi sono trovato benissimo e da lui, così come da tanti altri allenatori che ho avuto la fortuna di assistere, ho imparato molto sotto l’aspetto del gioco ma, soprattutto, sotto quello umano”.

Capitolo playoff. Quale squadra ti ha colpito di più nei quarti?
“Il risultato più clamoroso è stato il netto 3 a 0 di Roma su Cantù, con la compagine capitolina che ha espugnato il Pianella per due gare consecutive, riuscendo in un’impresa che a nessuno era riuscita nel corso di tutta la stagione. Lineare invece è stata la serie tra Sassari e Brindisi, con la squadra sarda brava, dopo aver vinto al pelo gara-1, a chiudere subito la faccenda. Siena-Reggio Emilia, a mio parere, è stata la più bella, perché entrambe le squadre hanno espresso un gran bel gioco. Infine Milano-Pistoia, dove abbiamo assistito alla favola della squadra toscana che è stata in grado di infliggere alla supercorazzata milanese due sconfitte clamorose prima di cedere, eroicamente, in gara-5”.

Ora le semifinali Milano-Sassari e Siena-Roma.
“Impossibile fare pronostici. In entrambi i casi vi sono una serie di motivazioni che entrano in gioco che rendono questi playoff bellissimi da guardare. Purtroppo, solo da guardare…”

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro?
“Dal punto di vista dei giocatori, sarà la società a decidere quali trattenere e quali lasciar andare verso altri lidi. Personalmente, invece, devo ancora incontrare la dirigenza per parlare del mio contratto che scade a fine giugno. La volontà, ovviamente, è quella di restare. Pozzecco in panchina? Sui giornali se ne leggono di tutti i colori; indipendentemente da chi arriverà, che sia lui o no, cercherò comunque di mettermi a completa disposizione lavorando a fondo per il bene della squadra”.

Marco Gandini