Classe 1972 e con un passato glorioso da giocatore, per anni hai avuto in mano la gestione del gioco di Varese. Ora, a qualche anno dal tuo ritiro, sei tornato come allenatore e nonostante la poca esperienza stai già facendo molto bene. No, non stiamo parlando con Gianmarco Pozzecco ma con Michele Ferrara (in foto in alto e a destra), storico mediano d’apertura di Varese che ha trascorso, fra giovanili e prima squadra, 24 anni della sua vita a Giubiano e dintorni.
Come sei arrivato alla guida di questa squadra?
“Quella 2011/2012 è stata la mia ultima stagione da giocatore. Poi ho trascorso due anni lontano dal rugby, d’altronde 24 anni sono tanti e sentivo il bisogno di staccare. Quando però mi è stata offerta la possibilità di allenare Varese non ci ho pensato due volte: qui sono a casa, e questa è la mia società da sempre”.
In campionato avete giocato cinque partite quindi, essendo il pool composto da dieci squadre, siete già al giro di boa. Puoi farci un primo bilancio?
“Le cose sono andate bene, abbiamo pareggiato la prima partita contro la Union Milano e vinto nettamente tutte le altre. La cosa importante però è che la squadra stia crescendo, ed essendo un gruppo giovane i margini di miglioramento sono ancora molto ampi. Inoltre c’ è da considerare che rispetto alla scorsa stagione abbiamo avuto cinque nuovi innesti, e cioè il rientro di Affri dall’Australia, di Banfi dall’infortunio, il ritorno di Perego e Bianchi e l’arrivo di Padula da Valcuvia. Quindi, non posso che essere soddisfatto per quanto fatto fino ad ora”.
Michele Ferrara allenatore Rugby Varese 1415Alla ripresa del campionato, domenica 30 novembre, sarete a Milano contro la Union. Vista la classifica sarà una sfida fondamentale per le sorti del vostro pool. Come la state preparando?
“Stiamo lavorando duro, ma in realtà non è quella partita specifica che stiamo preparando. Non ci nascondiamo, quest’anno l’obiettivo è quello di essere competitivi sempre a prescindere dall’avversario. Se si vince sempre, la promozione sarà solo la logica conseguenza di quanto fatto nell’arco della stagione; per fare questo la società ha chiesto, giustamente, un cambio di mentalità. Aggiungo una cosa: sono sicuro che se nella sfida con la Union Milano fossimo stati più convinti e consapevoli dei nostri mezzi avremmo vinto. Ora però lo siamo, ed il 30 a Milano sarà un’ altra partita”.
Un’ultima domanda. Nel 2002 hai trascorso un anno in Australia, giocando per una stagione con una squadra di Sydney. Cosa ti porti dietro di quella esperienza, e quanta Australia c’è nel Michele allenatore?
“L’ esperienza è stata fantastica sotto tutti i punti di vista. Inizialmente non è stato facile anche perché c’era tanta diffidenza nei miei confronti, d’altronde un italiano che va a giocare a rugby in Australia è visto come minimo con scetticismo. Pian piano però mi sono guadagnato il rispetto e la fiducia dei compagni e le cose sono migliorate. E’ stata un’ esperienza molto gratificante. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, più che influire su di me come allenatore, quell’anno mi ha migliorato come giocatore, anche perché al rientro in Italia ho avuto altre dieci splendide stagioni, ed è in quegli anni che probabilmente si è formato il Michele Ferrara allenatore”.

Beppe Lamberto