Sta per cominciare un nuovo “anno zero” in casa Pallacanestro Varese.
E i cambiamenti non saranno legati solo ai giocatori e alla parte tecnica; si comincerà dall’alto. Da una parte ci sarà il cambio in Presidenza (Vescovi tornerà ad occuparsi solo delle questioni legate alla squadra), dall’altra, l’annunciato addio di Michele Lo Nero, notizia che ha letteralmente spiazzato la piazza biancorossa.
Bisogna guardare al futuro -ci ha raccontato il Presidente del Consorzio “Varese nel Cuore”-. Ora serve che il progetto venga portato avanti da persone che abbiano più tempo e più energia di me. Io mi sono buttato in altre attività e ho fatto delle scelte professionali diverse alle quali devo dedicarmi e che sono la priorità. La fine di un’era? Direi, più che altro, la fine di un ciclo che darà vita ad un altro ciclo magari molto più bello di quello che ho vissuto io in questi splendidi quattro anni”.

Quale è il ricordo più bello che ti porterai dietro?
“Ce ne sono talmente tanti che faccio fatica a ricordarli -ammette-. Dentro di me, però, porterò sempre nel cuore gara-6 di semifinale playoff contro Siena; quel canestro di Dusan Sakota a 0.62” dal termine su rimessa, seguito dall’abbraccio in mezzo a tutto il PalaEstra ammutolito. Una vera goduria anche per uno come me che di solito vive le partite in maniera tranquilla”.

E il momento più difficile?
“Ne abbiamo avuti tanti; inevitabile quando si è in un ambiente come quello della pallacanestro. Nessuno mai, però, ci ha destabilizzato, anzi. Al mio fianco ho sempre avuto persone splendide che sono state in grado di fare gruppo per riuscire ad affrontare ogni cosa. Colgo l’occasione per ringraziarle tutte. Per me hanno significato molto”.

Sarai ricordato come il “salvatore” della Pallacanestro Varese. Con il consorzio “Varese nel Cuore” non solo hai ridato vita alla squadra di basket della Città Giardino, ma hai anche dato il via ad un progetto che molte altre società hanno preso d’esempio.
“Per me questo è un motivo di grande orgoglio. Bisogna ammettere, però, che non sono mai stato solo. Se il progetto è andato avanti così bene, è merito di tutti coloro che ne hanno fatto parte e che hanno navigato tutti insieme e compatti verso un’unica direzione: il bene della Pallacanestro Varese. Per questo dico che non bisogna preoccuparsi; con o senza di me, il progetto può e sa camminare da solo. I miei successori? Non si sa ancora chi saranno, ma sono sicuro che saranno preparati e che metteranno entusiasmo e passione per il bene della società”.

È esattamente ciò che dovrebbe fare la Legabasket per risollevare le sorti del basket italiano.
“Esatto. Tutti i presidenti delle società dovrebbero fare gruppo e lavorare in condivisione per rilanciare la pallacanestro italiana. Questa è la sola via”.

Tra i tanti cambiamenti ci sarà anche il probabile arrivo di Gianmarco Pozzecco.
“Non c’è ancora nulla di certo -dice concludendo-, ma se così sarà, si può dire senza problemi che per Varese si tratterà di una vera e propria ondata di entusiasmo; per Gianmarco, invece, un trampolino di lancio più unico che raro”.

Marco Gandini