Pensierino della sera: perchè farsi ostinatamente del male quando il piatto già piange di suo? In casa Pro Patria (ormai è chiaro), la risposta sfugge al comune buon senso. Ultima prova il ritorno di fiamma del veto societario all’impiego di Arati, nuovamente aventiniano dopo l’armistizio pre-Lumezzane. La sorpendente rentrée di Vavassori potrebbe sciogliere l’arcano ma il suo mutismo in sala stampa spegne ogni illusione di chiarezza. E allora microfoni affidati alla difesa d’ufficio di mister Monza i cui argomenti sfiorano la litania: “Ci risiamo. Anche oggi non siamo stati in grado di gestire la gara. Dobbiamo abbassare la testa, senza arrenderci, e continuare a lavorare”. Ok, ricevuto. Ma Arati? “Come sapete ha delle questioni con la società. Non posso aggiungere altro dovendo rispettare il mio ruolo”. E anche noi dobbiamo rispettare il nostro, dovendo sottolineare come la fatwa sia arrivata a poche ore dal fischio di inizio dopo che il match era stato preparato con l’ex Reggiana a disposizione. Non esattamente il modo ideale per affrontare una sfida che poteva svoltare la stagione. Tutte valutazioni che avrebbero meritato la presenza del DS Tricarico che, invece, ha disertato i taccuini. Ma passiamo oltre. Altro giro e altra patata bollente con il D’Errico Gate (forse) in via di soluzione: “Ho parlato con lui. Tornerà abile e arruolato per la Cremonese”.
Boldini RenateInsomma, caso chiuso (come già anticipato ieri), ma solo fino a prova contraria. E meno male che c’è Simone Boldini a riportare una boccata d’aria fresca nel post-partita: “Abbiamo fatto malissimo i primi 20′. Poi ci siamo organizzati e alla fine torniamo a casa con qualche rimpianto. La Pro Patria? Non è nostro costume parlare degli avversari. Dico solo che quando spegni la radio, è difficile riaccenderla”.
E, in effetti, in via Cà Bianca stanno ancora cercando l’interruttore come ammette il play Francesco Giorno: “Ho faticato nel primo tempo. Poi, via via ho trovato la posizione”. Per gli amanti del brivido, ecco una chiave di lettura della rete subita: “Anderson essendo mancino ha preferito non rinviare con il destro lasciando scorrere la palla e così è nato il gol”. Insomma, come quelle vignette su La Settimana Enigmistica: senza parole.
SerafiniA chiudere, la lucida analisi di uno sconsolato Teo Serafini: “I problemi al di fuori del campo non possono diventare un alibi. Nei momenti difficili non abbiamo la personalità per uscirne. Viviamo in una difficoltà oggettiva e con un’unica certezza: se ci salveremo lo faremo solo all’ultimo minuto. Vorrei che fosse chiaro a tutti”. Al capitano pare non siano andate giù alcune voci sul suo conto tutte da verificare. Nessun mistero, invece, sulle parole del patron nel pre-partita: “E’ entrato negli spogliatoi e ci ha spronati a vincere. Ci ha detto che eravamo più forti del Renate”. L’occhio del padrone, questa volta, non ha ingrassato il cavallo.

LA PARTITA                       

Giovanni Castiglioni