La macchina del tempo esiste davvero. Neto Pereira ne è la prova. Qualcuno deve avergliela regalata perché il capitano del Varese è “ringiovanito” come ha detto lo stesso Sannino che lo ha rivisto sabato a Catania da allenatore avversario. Anche su quel campo il brasiliano ha sfoderato una prestazione maiuscola risultando il migliore tra gli uomini di Stefano Bettinelli. Per lui le stagioni non passano e le sue gambe non sentono il peso degli anni (a gennaio saranno 36). Alla tenera età di 35 anni Neto sta disputando una della sue migliori stagioni di sempre. In compagnia del suo compagno di reparto Arturo Lupoli, risulta capocannoniere della squadra con cinque gol. I due hanno raccolto l’eredità di Leonardo Pavoletti che lo scorso anno “faceva tutto da solo” sottoporta e che quest’anno si ritrova nel purgatorio di Sassuolo dove non trova spazio.

Tornando a Neto, l’ultima rete è arrivata proprio sul campo di Catania, ma non è servita ad evitare la sconfitta. “Purtroppo ha solo riaperto la partita e non è bastata a riequilibrarla – dice il capitano -, quindi non ha contato più di tanto proprio perché non siamo riusciti a pareggiare. Tuttavia portiamo a casa una buona prestazione sfoderata su di un campo difficile”. Non solo il gol, ma anche giocate importanti e tanto sacrificio in campo per il brasiliano: “C’è stata la prestazione di tutti. Soprattutto nel secondo tempo. Durante l’intervallo il mister ci ha spronato dicendoci di continuare a giocare e a produrre un buon calcio – continua Neto –. Ci abbiamo provato fino alla fine. Non dimentichiamo l’avversario che avevamo di fronte. Venire sul campo del Catania e giocare come abbiamo fatto non è da tutti”.

Elisa Cascioli