Pina: ciao Gina.
Gina: ciao Pina, ma che fine hai fatto?
Pina
: io ho avuto le mie balle ma anche te non è che ti sei fatta sentire granchè.
Gina: eh dall’ultima volta sono successe un sacco di cose. Da una parte all’altra del piazzale di Masnago sono saltate teste e gambe.
Dopo tutte le gioie degli ultimi anni una stagione come questa è una bella legnata.
Pina
: mah! Magari è un segno del destino per riportare tutti i sognatori con i piedi belli attaccati al terreno. Con il calcio e il basket nei quartieri alti delle rispettive classifiche sentivi di quei discorsi da far saltare la legge Basaglia!
Gina
: va beh dai, con tutte le rogne che ci sono nella vita di tutti i giorni almeno nello sport lascia che la gente sogni.
Pina: ma per carità! Si sogni pure. Però, quando al risveglio si sbatte il muso contro la realtà niente drammi.
Gina
: a proposito di drammi, hai letto di quel ragazzo in carrozzina, l’Igor Stella? Per non aver dichiarato prima di partire per le Paralimpiadi l’uso di una pomata anti decupito è stato trattato come un appestato: fuori dai giochi, fuori dal villaggio paralimpico e fuori da ogni attività ufficiale per 18 mesi!
Pina
: ho letto, ho letto. Ho letto anche come l’hanno scaricato i suoi dirigenti federali lasciandolo solo sul banco degli imputati. Le regole sono fatte per essere rispettate, la leggerezza c’è stata e quindi la “condanna” va accettata. Detto questo, il carrozzone composto da gente pagata – parlo di funzionari e medici – che ha accompagnato la nostra nazionale alle Paralimpiadi cos’ha fatto per prevenire mancanze e leggerezze di persone che vengono considerate atleti solo ogni quattro anni? Prima di ogni evento dove sono previsti i controlli antidoping i dirigenti di cui sopra fanno firmare un modulo scarica-responsabilità agli “atleti” dilettanti e buona notte ai suonatori! Vergogna!!! Avessi tempo e soldi vedi che casino che pianterei in piedi. Invece da quel gran bravo ragazzo che è lo Stella si consola con tutti quelli che gli hanno dimostrato affetto e amicizia, dal Sindaco del suo paese fino ai suoi compagni della Polha Varese e la cosa è finita com’è finita. Così come sono finite le Paralimpiadi invernali con un bel zero-medaglie con  nessuno dei responsabili retribuiti messo in discussione.
Gina: da quello che mi stai dicendo con la vena sul collo bella gonfia mi sembra di capire che la tanto auspicata integrazione sportiva  è diventata realtà: prima che atleti, disabili o normo, siamo italiani con i pochi pregi e i tanti difetti grazie ai quali siamo messi come siamo messi in tutte le attività e tutti settori
Pina
: Il nostro sport nazionale è lo scaricabarile. Per noi è sempre colpa di qualcun altro. Una volta la mia nonna si sedeva sconsolata fuori dalla stalla e mi diceva: “Oooh Pinela, sem cunscià cum’èl Belgio”…Mò siamo noi come il Belgio, forse peggio
Gina
: cià dai, sul col morale. Torniamo sul piazzale di Masnago. Io per il Bizzozi ho sempre avuto un debole. Sono contenta di vederlo capo allenatore della Cimberio. Sono contenta anche che sia tornato il Sottili sulla panchina del Varese.
Pina
: sono contenta anch’io, chissà se lo sono anche loro? A me sembra che preghino tutti che sta stagione tribolata finisca in fretta e poi mi sa che, tanto per cambiare, in estate ne vedremo delle belle.
Gina
: dici eh? Mi sa tanto anche a me. Certo che anche da tante altre parti hanno poco da stare allegri. Se nel basket dovessero mettere in pratica con rigore regole e paletti il campionato di serie A diventerebbe come quello dell’hockey su ghiaccio…
Pina:
ooohhh signur! Come nomini l’hockey mi viene in mente la menata del palaghiaccio di Varese. Aprono, chiudono, aprono, chiudono, gli sparano nel tetto, lo imbiancano, lo chiudono e lo riaprono. Manca solo che per andare a fare il bagno nella piscina o una pattinata sul ghiaccio bisogna passar dalla banca a fare una fideiussione. Ma neanche il Beautiful ha più puntate! E’ uno psico dramma che sento dai tempi di quando era assessore allo sport il povero Caccianiga.
Gina: oh Madonna è morto il Caccianiga?
Pina
: macchè morto il Caccianiga! Povero così per dire perché tra stadio, palazzetto, palaghiaccio, palestre e campi di periferia nei suoi anni in Comune ha avuto modo di conoscere e assorbire ogni aspetto dell’idiozia italiota. Lasciata la politica sta molto meglio. E’ dal mattino alla sera in mezzo ai bambini anzi, bambino tra i bambini. Un diversamente Don Bosco oltretutto recentemente unto niente po’ po’ di meno che dal Cardinal Angelo Scola.
Gina
: hai capito il Caccianiga! Ben per lui e per noi. Se non altro c’è qualche nostro bambino in più che fa il bambino e qualche bambino in meno che scimmiotta i grandi. “Grandi” si fa per dire…
Pina: ah ecco una cosa che non ti ho detto! Sono andata a sciare!
Gina
: non ci credo neanche se vedo le foto!
Pina
: beh si non ho sciato ma sono andata tre giorni a Bormio con una famiglia allargata di 130 persone formata da 40 disabili e 90 tra volontari, operatori, genitori…
Gina
: hooollamiseria! Con chi eri? Una gita del Groupon?
Pina
: no, delle pentole! Ma va durmì va! Tre giorni a Bormio organizzati dall’ASL di Varese con la Sestero e la Freerider Sport Events per insegnare a chi è in carrozzina a sciare da seduti. Che bella gente, che bella cosa, che bello tutto!
Gina: eh ci credo. Perché non me l’hai detto? Venivo anch’io. Avrei potuto accompagnare qualcuno.
Pina:
scolta Gina, per come ti conosco sarebbe stato più facile vedere qualcuno dei ragazzi in carrozzina dare una mano a te.
Gina: eh mi sa di si. Ho visto in tv come sciano.
Pina: si ma lo sci è solo un punto di partenza per tutto il resto. Iniziative come quelle dell’ASL fanno capire a tanti che per diverse ragioni si ritrovano una qualunque disabilità quanto si può vivere e fare sport il più normalmente possibile. Ma una cosa come quella che ho visto a Bormio faccio fatica a raccontarla. Consiglio a chiunque di viverla, soprattutto a chi ha qualche anno meno di noi.
Gina:
cià che vado va. Mi aspetta la solita pigna di panni da lavare e stirare.
Pina: ma che pigna avrai mai? Siete solo tu e il Cecco.
Gina:
seeeee buona notte! Figli e nipoti fanno tanto i ganassa andando a vivere da soli perché “affamati di indipendenza” e poi…quando c’è da mangiare, lavare e stirare tornano buoni la mamma e il papà…
Pina: …che a loro volta brontolano, brontolano e poi…li accolgono ammazzando il bue più grosso ecc. ecc…. 
Gina:
la parabola del figliol prodigo riveduta e corretta. Una storia più vecchia anche di quella del palaghiaccio. Via, vado! Uè, a momenti mi dimenticavo, ci vediamo il 15 aprile sera al Vela alla festa della Sestero! Basìn Pina.
Pina: certo che ci vediamo al Vela! Poi ne parliamo nella nostra prossima volta sul Varese Sport. Sarà la nostra chiacchierata numero 100! Basìn Gina.

Pina & Gina