Stadio “Speroni”. Sala Stampa. Interno giorno. Il post partita dell’anemico 0-0 con la Giana scorre relativamente tranquillo quando un paio di prime firme dello sport bustocco mettono alle strette Lulù Oliveira. Motivo del contendere l’ennesima mancata convocazione dei dissidenti Arati e Botturi, la cui latitanza zavorra il rendimento biancoblu. La piazzata lascia di stucco il Falco che però non fa una piega: “Non chiedete a me ma alla società”. Già, la società. Il DG Antonelli è presente ma non apre bocca perchè, dipendesse da lui, i due sarebbero in campo. E allora, la farina del veto all’impiego degli aventiniani a quale sacco appartiene? Al lato oscuro della luna, e cioè al governo ombra brianzolo, non rilevato dai radar da qualche giorno e rappresentato da un DS (Tricarico), anch’egli assente per motivi professionali. La verità? Tutto è, neanche a dirlo, ancora nelle mani di Vavassori e nessuna sorpresa se, sul fronte cessione, dovessero aprirsi a breve nuove (o vecchie) piste. Intanto, incassata la solidarietà (“grazie, ma è la prima volta che mi sostenete”, la battuta sibillina di Lulù), si scoprirà in settimana se il casus belli degli esclusi diventerà la crociata di Oliveira a difesa della propria autonomia.
Tornando alla partita, l’analisi del mister tigrotto è presto fatta: “Nel primo tempo la squadra ha fatto il contrario di quello che avevo preparato. In allenamento certe cose funzionano, in campo no”. Quanto all’arbitraggio il tormentone è sempre quello: “E’ dall’inizio della stagione che ci fischiano contro”. La quadratura della ripresa sembra incoraggiante: “Probabilmente in dieci si gioca meglio”. Forse è il caso di non dirlo forte perchè altrimenti c’è il rischio che dietro a Baclet e D’Errico si formi la coda.
Amenità a parte, finalmente una gara senza subire reti. Merito anche del numero uno Vincenzo Melillo che fa comunque professione di modestia: “L’atteggiamento dei primi 45′ è stato deludente. Commettiamo ancora molti errori”. La solita cronica mancanza di leadership in difesa? “Parliamo poco tra di noi e questo toglie fiducia”. Una diagnosi ormai nota che trova concorde anche l’esordiente (almeno dal primo minuto) Filippo Moscati: “Approccio sbagliato. Nell’intervallo il mister si è fatto sentire e il match è cambiato”.
Chiusura al miele con il tecnico della Giana Cesare Albè, uno che sembra catapultato nel ventunesimo secolo dalla macchina del tempo: “Siamo una realtà diversa dalle altre. Ma vogliamo guadagnarci il nostro spazio”. Le accuse di Oliveira al direttore di gara? “Sì, forse l’arbitro di oggi era un po’ permaloso”. Aggettivo anni ’50 per una categoria che sembra essersi fermata ad allora.
Giovanni Castiglioni