Bandiera dell’Olimpia Ponte Tresa, Iani Pantelis si presenta come un ventiseienne spigliato e disponibile, amante del calcio nonché capitano della formazione tresiana attualmente ottava nel campionato di Promozione, girone A. Conosciamolo di più.
Da quanto tempo giochi nell’Olimpia?
“Questo in corso è il mio quinto anno a Ponte Tresa, una società nella quale mi sono sempre trovato benissimo”.
Quando sei diventato capitano?
“È un anno ormai. L’anno scorso a dicembre il precedente capitano, Maiolo, è andato via e da allora sono diventato io capitano della squadra. Prima di Maiolo aveva ricoperto quel ruolo il portiere Emanuele Rinaldi, ma, al momento della partenza di Maiolo, la dirigenza ha deciso di assegnare la fascia ad un giocatore di movimento e io sono risultato uno dei veterani della rosa. Ne sono orgoglioso”.
Dopo una prima parte di stagione buona, avete avuto un vero e proprio tracollo: siete usciti di scena dalla Coppa Italia e in campionato avete incassato sette sconfitte consecutive. Cos’è successo?
“Abbiamo avuto un blackout e purtroppo in quel periodo ci siamo abituati a perdere; eravamo scoraggiati, la fortuna non era dalla nostra parte e ci eravamo involuti anche dal punto di vista del gioco. Speriamo di esserci lasciati alle spalle definitivamente quel periodo nero con la vittoria a Marnate”.
In quanto capitano cosa ti sei sentito di dire durante quelle settimane ai tuoi compagni?
“Abbiamo parlato tanto, tantissimo tra di noi per cercare di analizzare la situazione e trovare una soluzione. La dirigenza si è comportata in modo esemplare e ci ha lasciati tranquilli. Per quanto ho potuto, io ho cercato di spronare soprattutto i più giovani a non abbattersi ma a lavorare ancora meglio e di più”.
Qual è ora il vostro obiettivo?
“Vogliamo arrivare ai playoff. La classifica è molto corta e con davanti l’intero girone di ritorno siamo convinti di poter scalare diverse posizioni e arrivare a giocarci la promozione passando per i playoff”.
Tornando a parlare di te, come ti descriveresti come giocatore?
“Sono un centrocampista centrale, imposto il gioco. Non mi piace molto correre e preferisco avere la palla sui piedi; sono io a lanciare e a far correre i miei compagni”.
Qual è il tuo calciatore preferito e al quale, magari, ti ispiri o che hai avuto come modello?
“Quando era all’Arsenal mi piaceva molto Fabregas, un giocatore unico. Ora al Barcellona, da centrocampista quale era, è stato spostato più avanti e funge anche da “falso nueve” Ma all’Arsenal era davvero fortissimo”.
A quanti anni hai iniziato a giocare a calcio?
“In realtà ho iniziato piuttosto tardi rispetto alla media dei bambini perché ho cominciato attorno agli 11/12 anni e poi, però, non ho più smesso”.
Quali sono state le tue squadre?
“Ho giocato soltanto in tre società: Azzate, Legnano e Olimpia Ponte Tresa. Ho debuttato nell’Azzate che poi mi ha girato per un anno e mezzo al settore giovanile del Legnano; in seguito, sono ritornato all’Azzate e lì ho disputato il campionato Juniores Provinciale e poi ho vinto il campionato di Promozione. Dopo un anno in Eccellenza sempre ad Azzate, la società mi hanno dato all’Olimpia Ponte Tresa che allora militava in Prima Categoria. Inizialmente non è stato facile accettare di passare dall’Eccellenza alla Prima Categoria, ma, con il senno di poi, posso ritenermi fortunato di essere all’Olimpia Ponte Tresa dove mi sono sempre trovato benissimo”.
Il tuo sogno da calciatore è di giocare in una categoria più alta?
“Ormai no. Da ragazzino, qualche anno fa, ci pensavo, ma ora sono contento di giocare in Promozione e con l’Olimpia Ponte Tresa. Non chiedo di più”.
Oltre a giocare a calcio, lavori? Come ti piace trascorrere il tuo tempo libero?
“Lavoro a “Il Pallone” a Varese e non ho interessi particolari se non il calcio, il cinema, la discoteca e il frequentare i miei amici”.
Quanti gol hai segnato in questa stagione?
“Per ora sono a quota 3. Spero di farne un altro paio nel girone di ritorno. Magari ci scappa un rigore o una punizione..”
Qual è il tuo numero di maglia?
“Ho sempre avuto l’8 perché tutti hanno sempre creduto che volessi quel numero quando, in realtà, non ho un numero preferito. A Marnate, nell’ultima partita del 2013, dopo sette sconfitte di fila, scaramanticamente abbiamo deciso di cambiare tutti il numero per quella gara e direi che ha portato bene perché abbiamo vinto. Forse da ora in poi mi terrò il 4”.

Laura Paganini