Quando riprendono l’uso della parola Giorgio Pedraccini e Carlo Marinello (nella foto) ringraziano chiunque incontrano. In realtà se Varese può vantare una squadra di basket in carrozzina in serie A e un pubblico mai visto prima ad un All Star Game il grazie lo deve a loro e agli inseparabili amici Antonio Bazzi e Alessio Crema. Quattro amici che trent’anni fa rifiutarono la quotidianità e il futuro pensato per loro da altri determinati a scrivere la propria storia in prima persona, non da handicappati ma da persone.
“Sognavo un palazzetto con tanta gente ma non così tanta – sussurra un Marinello con gli occhi lucidi – Tanti studenti, bambini, famiglie intere, squadre e associazioni di altre città e addirittura del Canton Ticino. Pochi giorni fa abbiamo conquistato sul campo la massima serie e oggi in questo fantastico scenario stiamo assaggiando quello che ci vedrà tra i protagonisti nella prossima stagione. Grazie ai docenti che hanno fatto cassa di risonanza nelle scuole e agli studenti che hanno riposto in massa. Grazie alla Pallacanestro Varese e al Consorzio Varese nel Cuore che ci fanno sentire importanti. Grazie a tutti quelli e sono tanti che hanno contribuito a realizzare il sogno di una giornata come questa”.
“Non trovo le parole giuste per descrivere cosa sto provando – risponde  Giorgio Pedraccini – Vorrei bloccare questa immagine per guardarmela ogni mattina prima di iniziare la giornata. Il mio pensiero va a tutti gli amici con i quali abbiamo iniziato e al nostro primo allenatore Nino Cescutti. Emozioni come queste sono lo stimolo migliore per non fermarci. In fondo abbiamo solo trent’anni e quindi siamo poco più che dei giovanotti”.

RB