Per la prima volta in carriera, l’allenatore che è rimasto nel cuore di un’intera città incontra la sua ex squadra da avversario. Si tratta di Giuseppe Sannino, tecnico nato ad Ottaviano e cresciuto a Torino che era stato ai piedi del Sacro Monte già una volta e che ha visto scoccare la scintilla con la piazza biancorossa al “secondo giro”. Varese era nel destino di Sannino che da giocatore iniziò proprio in maglia biancorossa pur non collezionando presenze in prima squadra. Arrivò poi sulla panchina nella stagione 2003-2004, ma venne esonerato. Il suo ritorno lo fece nel 2008, a campionato iniziato, quello di Seconda Divisione, con la squadra ultima in classifica. Riuscì a condurla alla vittoria del campionato e l’anno dopo la squadra ottenne la promozione in Serie B (dopo 25 anni nella stagione del centenario) tramite i playoff. Nel 2010/2011, con l’obiettivo di mantenere la categoria, il Varese di Sannino e Sogliano arrivò a giocarsi i playoff venendo eliminato dal Padova di El Shaarawy in semifinale.
Indimenticabili le sue conferenze stampa pre-partita seduto nella panchina del quarto uomo, le sue innumerevoli espulsioni e i suoi veri e propri show dalla curva sud durante le partite (foto a lato), senza dimenticare i motti lanciati vedi il funcool, i minatori, e chi più ne ha più ne metta.
Varese ha rappresentato un vero e proprio trampolino di lancio per “Beppe” che negli ultimi anni ha allenato: Siena, Palermo e Chievo in Serie A, Watford in Inghilterra e ora guida il Catania, club retrocesso che non se la passa benissimo. E’ reduce dalla sconfitta contro l’Avellino e non segna in trasferta dalla partita di Crotone. “Questo è indicativo del fatto che ancora qualcosa non va – la sua analisi -. Ad Avellino non abbiamo avuto vere e proprie occasioni da gol ma tante palle pericolose dentro l’area di rigore, calci d’angolo, punizioni, e questo significa che c’è stata comunque una grande pressione da parte nostra. Dobbiamo ancora migliorare molto, mi dispiace perché avrei voluto continuare la serie positiva, se non vincendo almeno muovendo la classifica”.
Dopo le dimissioni dal Watford e prima della chiamata in Sicilia, Sannino ha fatto tappa al “Franco Ossola” assistendo ad una gara del Varese. Noi di Varese Sport in quell’occasione lo abbiamo intervistato e queste sono state le sue parole su mister Bettinelli: “Il Betti sa imprimere la sua personalità, il suo modo di gioco, il suo carattere. Abbiamo lavorato assieme, ho un grande rispetto per lui, sono suo amico e dico che diventerà un grande mister perché ha la giusta mentalità. Il mio Varese aveva una sua concezione di gioco, bella o brutta, quello del Betti ha la sua. Lui ha i colori biancorossi tatuati sulla pelle e questo non è da poco”.
Sannino fa ritorno spesso a Varese. Al termine della passata stagione, infatti, è tornato a far visita ai suoi vecchi amici. Anche in quel caso non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di intervistarlo. In quel momento la squadra di Bettinelli stava svolgendo i playout. Bettinelli? “Che dire, è un grande uomo, molto determinato – aveva risposto -. E’ nato con la maglia del Varese addosso. Conosce bene l’ ambiente e lo spogliatoio, poi è aiutato da un ottimo staff”.
Cosa significa Varese per te? “Tutto. Ho tantissimi ricordi e sono molte le persone che porto con me nel cuore. Spesso mi sento con tanti amici, Varese è sempre Varese […] ricordate: è già tutto scritto”… e in alcuni casi tatuato, come quella “V” che Sannino ha sul polso…
Elisa Cascioli