Mi si nota di più se perdo (male) in Coppa Italia o se, al termine del match, lancio l’allarme in sala stampa?
Nel dubbio, Lulù Oliveira deve essersi detto entrambe visto il tenore dell’ante (3-1 senza storia sul campo) e del post (“andare avanti così è dura” l’epigramma in calce del Falco). Le tre pere rimediate dai caseari della Giana Erminio hanno di fatto certificato quanto già si sapeva dal primo giorno di ritiro: questa squadra è in ritardo, povera nell’organico e in comprensibile attesa di una sterzata che (non è detto) sia esattamente dietro l’angolo. Ci riferiamo alla svolta societaria che, in attesa della ciccia del cambio di proprietà, potrebbe limitarsi, nelle more, all’inserimento nell’organigramma biancoblu di un Direttore Generale. Una figura che, oltre ad essere (forse) l’avamposto del nuovo ordine tigrotto, dovrebbe supportare il D.T. Antonelli in un ruolo (quello a tutto tondo rivestito nelle ultime tre stagioni da Ferrara) che il buon SuperPippo (per indole ed esperienza) non può ancora interpretare. Senza lilleri non si lallera e se in queste due settimane non ci sarà qualche ingresso in società (possibile soluzione ponte verso la cessione definitiva), attendersi fuochi d’artificio da Vavassori è materiale per illusi.
Sulla scorta di quanto visto al “Brianteo” un paio di conclusioni, magari un po’ grossolane, si possono però trarre. Cosa c’è da salvare? Poco, ovviamente, tra cui il totem Serafini, lo scalpitante Candido e Terrani, a segno nello spezzone di ripresa giocato. Cosa buttare? Sui singoli pattiniamo via, mentre sullo spirito ci si aspettava il rock (“alla mia squadra non deve mancare mai la grinta”, parole e musica del mister alla presentazione) e invece si è materializzato il minuetto. Cosa manca? In ossequio al 4-4-2 di Oliveira ed ipotizzando una lista della spesa minimal, almeno 5 giocatori di spessore. Un centrale di difesa, un terzino destro (che possa fare anche il centrale), un interno di centrocampo, un’ala sinistra e una punta. Quanto sopra ammettendo (ma non concedendo) che Perilli in porta, Anderson (o Botturi) e Panizzi in difesa, Cannataro (più Arati o Bovi) e Candido sulla mediana e, naturalmente, il capitano Serafini davanti, possano bastare per coprire gli altri sei spot di una squadra che metta nel mirino la salvezza. Incrociamo le dita. Intanto, in attesa del pleonastico secondo turno di Coppa con il Lumezzane (venerdì sera alle 20.30 allo “Speroni”) ed ancor più dell’esordio in campionato con la Torres, oggi test a Giussano con la Vis Nova per vedere l’effetto che fa la mezza dozzina di ragazzi in prova congelati dal rinvio dell’amichevole del 13 con la Varesina.
Il mercato della Pro Patria, al momento, è poco più di un casting.

Giovanni Castiglioni