Doveva essere la partita della svolta. Ma non c’è stata.
Il Varese perde tra le mura amiche contro il Carpi, trafitto dai gol di Mbakogu e Pesoli, entrambi nel secondo tempo. Quinta sconfitta di fila per la compagine di Stefano Sottili che, per via del contemporaneo successo del Cittadella a Trapani, entra in piena zona playout.
Ora le cose si fanno veramente complicate.
“È un po’ di tempo che ci complichiamo le cose -conferma il tecnico biancorosso-. Al contrario di Cittadella però, dove non avevamo proprio giocato, stavolta lo spirito e la voglia di fare erano quelle giuste. Non siamo stati bravi a capitalizzare le nostre occasioni. Se solo avessimo trovato il gol con Oduamadi nel primo tempo e Pavoletti nel secondo appena dopo il vantaggio ospite, forse, staremmo commentando un’altra partita. E invece siamo qui a parlare della quinta sconfitta consecutiva, che dal punto di vista morale pesa come un macigno. Il loro primo gol? La sensazione era che fosse in fuorigioco, però non l’ho ancora rivisto. La verità è che tutto ci sta girando male e che ogni situazione dubbia viene decisa a nostro sfavore; parlo di espulsioni, rigori, anche di semplici contatti spalla a spalla. La mia situazione? Noi allenatori siamo sempre messi in discussione. Fa parte del nostro lavoro”.
Ora la trasferta delicata a La Spezia.
“Partita decisiva? Guardando la nostra classifica sono tutte decisive a questo punto della stagione; da quella di martedì sera fino all’ultima che giocheremo, qualunque essa sia. In questi giorni proverò a lavorare sulla testa dei ragazzi più che sulle questioni tecniche e tattiche, per aiutarli a recuperare le energie psicofisiche che possano risultare fondamentali per avere la meglio contro i liguri. Avrò il prezioso aiuto dei senatori dello spogliatoio come Blasi, Rea e Bjelanovic, che oggi dopo la partita stavano già trovando parole di conforto per i propri compagni. Perché la squadra non è morta. Ha perso cinque partite di fila, le sta andando tutto storto, ma non è ancora morta”.
“Avrei preferito giocare male e vincere -gli fa eco il DS Gabriele Ambrosetti-, perché oggi la squadra ha dimostrato che il carattere e lo spirito sono caratteristiche che non le mancano. Evidentemente a questi livelli non basta. Ora non ci resta che abbassare la voce e lavorare senza fare propaganda ma mettendoci la faccia come sto facendo io in questo momento. Sottili a rischio? Non credo che questa decisione sia in linea con il bene della squadra; non avremmo nemmeno tempo di parlare. Abbiamo solo tempo di alzare la testa e reagire già da martedì sera. Non è previsto nemmeno nessun incontro con i vertici societari. Sulla partita di oggi? Non mi appiglio agli episodi; difficile fare un commento però, perché avrei preferito perdere in maniera diversa. I tifosi? Grande risposta la loro, ma non avevo dubbi. Ora sta a noi regalare loro qualcosa”.
“Partita dove il Varese è stato in grado di fare molto senza raccogliere quanto, forse, avrebbe meritato -il commento di mister Pillon-. Al contrario, noi, abbiamo raccolto più di quanto ci aspettavamo. Il calcio però è anche questo. All’inizio abbiamo sofferto la fisicità dei loro attaccanti. Poi però abbiamo preso le misure nel secondo tempo sfruttando al massimo gli spazi che si erano creati”.
Marco Gandini