Ambrosetti era andato appositamente a Budapest, durante l’Europeo Under 19, per convincere Tamas della bontà del progetto Varese. Lui ha creduto nelle parole del ds biancorosso e ha scelto Varese per iniziare a giocare nel calcio dei grandi. Reduce dall’ultima stagione con la Primavera del Milan targata Inzaghi ha tanta voglia di emergere. Lo abbiamo incontrato al termine del ritiro di Morgex, dopo un cinque giorni di lavoro, dove ha iniziato a farsi conoscere e dove, soprattutto, ha iniziato ad apprezzare la famiglia Varese: “E’ un ottimo gruppo, il giusto mix tra giovani e giocatori esperti che hanno tanta voglia di insegnarci. Anche il mister  mi piace molto soprattutto il suo sistema di gioco dove non si deve mai buttare via la palla cercando sempre di giocarla”.
Se dovessi descriverti come calciatore? “La velocità e la fisicità sono le mie doti migliori. Spesso salgo sulla fascia, mi piace andare in fondo e cercare il cross per il mio compagno. Devo migliore nella fase difensiva che per un esterno basso è molto importante”.
Tamas_MilanL’esperienza Europeo? Non molto positiva. “Ci aspettavamo di più, sia a livello personale che di squadra. La cosa buona è essere riusciti a guadagnare la qualificazione per i mondiali”.
Scuola Milan, lo scorso hanno ti allenavi a pochi metri di distanza da campioni veri. “Al Milan sono stato benissimo ed è chiaro che spero di poterci tornare per poter vestire quella maglia con i ‘grandi’. Ora però penso al Varese e a dimostrare di essere ‘giocatore’ con il Varese. Il calciatore che più mi ha impressionato in casa Milan è Kakà, un professionista super che si allenava anche da solo. Persona cordiale e squisita che spesso si fermava per darci qualche consiglio”.
Quale sarà la maggior difficoltà nel giocare in un campionato di serie B rispetto al torneo Primavera? “Sicuramente la fisicità e l’esperienza. In Primavera siamo più o meno tutti allo stesso livello, nel campionato di B ci sono giocatori furbi ed esperti che possono metterti in difficoltà sfruttando questo. Come ti ho detto prima, sono qui per imparare”.
Ha scelto il numero 14, quello che la scorsa stagione fu del bomber Pavoletti, lui ci scherza sopra: “Meno male che non devo segnare io!”.

Ulisse Giacomino