Dispiace. Dispiace perché il Varese perde anche una partita che avrebbe meritato quantomeno di pareggiare, se non di vincere, per la mole di occasioni create (e poi maledettamente sciupate). Normale che lo stato d’animo che si respiri fra i tifosi sia molta, molta tristezza. “E’ vero,- dice Beppe – siamo tristi. Oggi i ragazzi si sono impegnati, ogni commento è superfluo. Gli altri hanno fatto un tiro. Le prossime partite ci vogliono grinta, cuore e fortuna. Noi per ora non abbiamo soprattutto l’ultima…”. Stefano gli fa eco: “Attenzione ora: possono aver paura. Questa squadra non è abituata a lottare per non retrocedere, manca lo spirito. Non è però tutta colpa di Sottili, che deve fare i conti con quello che ha e che non ha. Certo, se magari Zecchin avesse giocato in mezzo sin dall’inzio…”.

Col senno di poi, ora si è portati a guardare tutto ciò che è successo nel passato, andando a scovare gli errori e i responsabili: “Siamo – accusa Angelo – una squadra scarsa e costruita male, non diamo la colpa all’arbitro. Non sono giocatori da playoff come si credeva. Da cinque domeniche manca la cattiveria, ora si deve vincere e basta, cioè quello che ci aspettavamo dal Varese dopo il grande match contro il Palermo”.

È anche vero però che questa in particolare è stata una partita sfortunata, dove tutto è girato storto dall’inizio alla fine. “E’ una di quelle sfide – dice Alessandro – che si sbloccano su un errore individuale. Il Varese ha giocato meglio, l’arbitaggio è stato però rivedibile. I giocatori mi sono sembrati piuttosto nervosi: ai biancorossi è mancata la cattiveria di concretizzare, cosa che neanche i cambi ha dato”. Ora bisogna guardarsi tutti in faccia e remare tutti dalla stessa parte: le ultime sì che sono quattro finali.

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Luca Mastrorilli