Due settimane per giocare a pallone, ma non solo, la prima dal 16 al 20 giugno, la seconda ultima dal 23 al 27 giugno. I bambini, di età compresa tra i 6 e i 12 anni, potranno svolgere le più disparate attività ludiche. 8.30-16 è l’orario di permanenza con il pranzo compreso. Il costo è di 250 euro a settimana e compreso nel prezzo c’è il kit sportivo che dà in dotazione ai ragazzini: borsa, due magliette, due pantaloncini, calzettoni e cappellino; pranzo, merenda e assicurazione infortuni. È aperto a tutti, anche a coloro che non hanno mai giocato a calcio.
Le iscrizioni partiranno martedì prossimo ed è possibile farlo allo stadio, il martedì e il giovedì, dalle 15 alle 19 compilando l’apposito modulo che è scaricabile anche sul sito varese1910.it.

“Il Varese è un albero, i bimbi oggi sono la sua linfa e domani saranno la chioma”. Esordisce così il presidente Nicola Laurenza, dopo il lancio delle banane in sala stampa, per presentare insieme al d.s. Ambrosetti, al d.g. del Settore Giovanile Andreini, e al responsabile della scuola calcio Marco Caccianiga, il primo Varese Camp. “Noi vogliamo formare futuri padri e madri prima che calciatori”.

“Non parlo da direttore, ma da papà – gli fa eco Ambrosetti –. Caccianiga è una persona che ama far crescere per bene i bambini. Do il mio totale appoggio a questa iniziativa e per lo spirito che Alessandro e marco sono riusciti a ricreare”.
“Ai miei tempi i Camp non esistevano. Andavamo con i Salesiani e a giocare a nascondino e alla fine usciva fuori sempre il pallone. Di base si devono divertire, ma ci va abbinata anche la crescita” aggiunge il tecnico Stefano Sottili.
“L’idea c’era già – dice Andreini – ed è diventata concreta quest’anno. Era giusto dare a Varese qualcosa in più a livello giovanile ed è importante far vivere ai ragazzini questo tipo di esperienza allo stadio. È aperta a tutti i ragazzi della provincia. Non solo a quelli della scuola calcio del Varese”.

“Da quando è arrivato Alessandro (Andreini ndr) – spiega Caccianiga –, c’è stato un salto di qualità perché oltre all’aspetto didattico educativo abbiamo iniziato a curare quello competitivo, dai 9 anni in su. Nel luglio del 2009 ho fatto una corsa in moto per consegnare l’iscrizione di questa società. Da quel momento sino ad ora la parola d’ordine del Varese è sempre stata “ENTUSIASMO”. Ci ha fatto fare la differenza in tutto,sia nei momenti difficili, che sono stati pochi, sia in quelli belli che sono stati numerosi. Il nostro segno distintivo è la voglia e l’umiltà dei nostri bambini”.

Il Camp è aperto anche alle bambine oltre al calcio, ci saranno tante altre attività collaterali. “I bambini vanno fatti divertire senza stancarli mentalmente. Dopo pranzo, per evitare i tempi morti, ci saranno laboratori perché va considerato anche l’aspetto artistico; si giocherà a ping pong, subbuteo, con la pasta di sale e si potrà anche andare in bicicletta”.
“A proposito di attività collaterali – aggiunge Ambrosetti – ho dato la mia disponibilità con la lingua inglese che non verrà insegnata, ma ai bambini impareremo dei vocabili in inglese. Sono disponibile con gli impegni”.

Elisa Cascioli