Si può pareggiare in casa, si può perdere in trasferta, ma quello che conta è non far vincere il pessimismo. I segnali incoraggianti (vedi i successi casalinghi e i primi tempi di Varese-Cittadella e Bologna-Varese) non mancano e alcuni giocatori, come Borghese e Luoni che hanno risposto alle domande della stampa al termine delle ultime due partite, hanno lanciato dei messaggi importanti su questo fronte: “Se ci scoraggiamo adesso siamo morti. Dobbiamo pensare agli aspetti positivi e tenere alto il morale”.
Vedere tutto nero a nove giornate dall’inizio, anche se la squadra è ultima in classifica a causa dei punti persi fuori dal campo, è la cosa più sbagliata che si possa fare. A Bologna i tifosi hanno dato cenni del loro malcontento rispedendo i giocatori dalla parte opposta del campo, in direzione degli spogliatoi dove la tensione si è alzata a mille.
In tutto questo le vicissitudini societarie, i doppi ruoli, le voci su possibili addii, non aiutano a rendere più tranquillo l’ambiente, ma il tecnico è chiamato ad isolare la squadra da ciò che succede fuori dal campo e anche da ciò che si scrive sui giornali. Sabato arriverà un Bari pieno di ex. Una squadra tecnicamente superiore al Varese, ma si sa che al “Franco Ossola” vince chi ha più personalità e non chi è più forte sulla carta. Mangia lo sa bene. Non a caso sta già caricando l’ambiente nonostante venga da una netta vittoria. L’ex biancorosso sa che le tre reti subite dal Varese a Bologna saranno motivo di reazione e di riscatto.
Se ci si sente già retrocessi e inevitabilmente già falliti e scomparsi neanche una vittoria servirà a far tornare la fiducia. Al contrario se si è convinti che si può restare in B allora anche una sconfitta, paradossalmente, può essere utile. Bettinelli è disposto a perdere pur di fare la sua partita (se non fosse così alla decima giornata sarebbe preoccupante); la piazza deve essere disposta a soffrire con lui e con tutto il Varese.
Elisa Cascioli