Approfittiamo della sosta natalizia, per conoscere meglio gli allenatori gialloblù che, tra un impegno e l’altro, riescono a trovare il tempo per mettere la propria esperienza e l’amore per questo splendido sport al servizio dei giovani talenti varesini, che vestono le maglie delle diverse categorie presenti nel basket 7 Laghi.

Ovviamente, il compito di “aprire le danze” spetta a Fabrizio Garbosi, capo allenatore di C1, assistente per gli under 19B e capo/assistente per gli Under 19A: una bella sfida, e soprattutto una settimana intensa per te e per i tuoi assistenti, è difficile far quadrare tutto?
“Se ci si organizza bene con i tempi no; a settembre abbiamo organizzato gli orari in maniera tale da avere allenamenti consecutivi. Poi Under A e B, in realtà si allenano insieme, e questo ci facilita molto: i 4/5 giocatori più meritevoli, in seguito si allenano anche con la DNC; mentre una parte del gruppo A è formata dagli Under 17, che quindi hanno già una base di lavoro da cui partire”.
Questo significa che alcuni ragazzi dell’Under 19 li trovi poi anche con la C1: da una parte (Under) sono i protagonisti, mentre dall’altra (C1) aiutano ed ovviamente non entrano quasi mai in quintetto. Come si gestisce un ragazzo in due ruoli così differenti? Come si fa a motivarli al punto giusto in ogni singola gara, indipendentemente dalla categoria?
“Allenarsi con la prima squadra per i ragazzi giovani è uno stimolo e dà loro la possibilità di mettersi alla prova con persone adulte. Questo potrebbe dar modo in futuro di diventare a loro volta protagonisti nella nostra prima squadra, oppure da qualche altra parte. Le motivazioni sono quelle che il ragazzo trova dentro di sè, che gli danno la possibilità di imparare con la prima squadra e poi di mettere in pratica ciò che hanno appreso con i grandi sulla loro pelle. Credo non esista modo migliore di questo, per maturare esperienze importanti”.
La C1 sta regalando grandi risultati, con vittorie a volte sofferte, ma forse anche più belle, perchè dettate da un’infinita voglia di successo, ma gli Under non sono da meno; chi ti dà maggiori soddisfazioni, il presente che ce la mette tutta, o il futuro che dà buoni segnali?
“Il presente è un banco di prova anche per me e il mio staff, e ci stimola ogni sabato a verificare bontà e progressi del lavoro eseguito; le soddisfazioni che ci danno gli Under, oltre che dipendere dai risultati, derivano anche dal fatto che li vediamo crescere anche come persone: una soddisfazione molto differente ma altrettanto gratificante”.
L’Under 19 A è nata all’ultimo momento per consentire a tutti di trovare spazio, e per permettere ai “piccoli” di sperimentare già la categoria regina delle giovanili: i progressi si vedono e, nonostante le sconfitte, i ragazzi ci credono sempre, anche con il doppio impegno. Tornando indietro a settembre, daresti nuovamente l’ok alla nascita di questa squadra?
“Gazzada non è la Pall. Varese e il nostro compito deve anche avere un risvolto sociale. Credo che con le opportune modifiche, questa scelta sia stata molto positiva, lo dimostrano i numeri in aumento di entrambi i gruppi”.
C1, U19A, U19B: cosa avresti voluto trovare sotto l’albero di natale, o cosa chiederesti al nuovo anno alle porte, come dono per questi tre gruppi?
“Ad una partita giovanile, siamo stati protagonisti di un episodio negativo che ci ha colpito molto, e la cosa che più ci ha impressionato in positivo, è stato il modo in cui i nostri ragazzi hanno reagito. Che cosa si può chiedere di più? Il dono più bello per questi ragazzi è l’amicizia che li lega: non servono altri regali quando si ha già tutto quel che serve”.

Alessandra Conti