Domani è il 16 marzo, giorno che coincide con la scadenza dei pagamenti Irpef. Il Varese ha tempo fino alle 19 per adempiere ma, al momento, non ha ancora trovato le risorse necessarie. La cifra che serve è più bassa rispetto ai pagamenti precedenti, si tratta di 160mila euro, ma non per questo facile da saldare. Nelle casse del club biancorosso quella cifra attualmente non c’è. La società affidata a Giuseppe D’Aniello e a Silvio Papini dopo le dimissioni del presidente Nicola Laurenza, nel febbraio scorso, e quelle del vicepresidente Antonino Imborgia, una settimana fa, è al lavoro per trovare le risorse, ma al momento non c’è ancora la disponibilità. Dunque il rischio di incappare in un’altra penalizzazione, che taglierebbe definitivamente le gambe alla squadra, già ultima in classifa con 28 punti e in attesa di un -1, è altissimo. A quel punto la stagione sarebbe davvero compromessa. Alla fine del campionato mancano 11 partite e sarebbe già un miracolo ottenere la salvezza senza ulteriori punti in meno, figuriamoci con un’altra batosta. Perché due punti? Perché non rispettare la scadenza di domani vorrebbe dire un altro punto di penalizzazione in questa stagione per i contributi non versati, al quale se ne potrebbe aggiungere un ulteriore per la recidività nell’inadempienza.

“Al momento non c’è ancora la totale disponibilità – dice Silvio Papini -. La cifra è minore rispetto alle scadenze precedenti e per questo siamo ottimisti nel poterla onorare. Stiamo facendo il possibile. Credo che sarà decisiva la mattinata di domani”. Finora a dare una mano economica ci aveva pensato Antonino Imborgia che nonostante non faccia più parte del progetto è stato interpellato? “Non è una pista percorribile, noi le stiamo tentando tutte” aggiunge Papini. Se si considera che la tanto attesa risposta da parte del sindaco e dei potenziali investitori non è ancora arrivata, la situazione è davvero nera.

Elisa Cascioli