Alexis Marzocchini, italo argentino, cassanese da 3 anni, sta rientrando gradualmente in squadra dopo un lungo periodo di stop a causa di un infortunio al tallone. Si è sempre contraddistinto per il suo spirito tenace e inarrestabile. Proprio questo lo ha spinto a lottare senza arrendersi di fronte alle difficoltà e, sempre al fianco dei compagni, è pronto a vincere anche il prossimo match di sabato contro Trieste al Palatacca.

Siete in piena fase play off, reduci da una buona partita disputata contro Pressano. Un commento su questo periodo positivo.
“Meritamo come squadra di essere ai playoff, ognuno di noi ha dato il meglio di se stesso, anche quando siamo stati nei guai siamo riusciti ad andare avanti senza guardarci indietro. Ci abbiamo creduto dal primo giorno. Siamo una squadra molto unita, umile e con cuore lottatore”.

 Sabato la sfida casalinga contro Trieste, una partita sempre difficile, quali saranno le vostre armi?
“Difficile come tutte. Le nostre armi: una difesa impenetrabile, un attacco letale e la voce d’incoraggiamento dei cassanesi”.

Siete in piena corsa e state dando grandi soddisfazioni ai vostri tifosi, alla società e credo a voi stessi, cosa si prova?
“Siamo consapevoli di tutto ciò che sta succedendo ma tutto questo è appena cominciato. Vogliamo di più!”

Quest’anno e sul finire dello scorso anno, sei stato un po’ sacrificato a causa dell’infortunio al tallone. Il tuo spirito da matador non è cambiato, quando entri in campo sei un vulcano. Dico bene?
È veramente stata una lotta contro me stesso. Un incubo che vorrei dimenticare. Ma nonostante tutto la società mi ha aiutato, ha creduto in me; i miei compagni e la famiglia mi hanno sostenuto.
Grazie per il complimento, il dolore ti fa più forte, a volte è anche pericoloso. Lo spirito e l’essenza non cambiano, sono nato per questo e dentro del 40×20 non sento altro che soddisfazione assoluta”.

Qual è il tuo desiderio in ambito pallamanistico?
“Vincere tutte le partite che restano, riuscire a vincere lo scudetto Italiano col Cassano, far parte della nazionale e giocare insieme a mio fratello”.

Le prime parole che ti vengono in mente da associare alla pallamano?
“Sfogo, pazzia, libertà, sforzo, sacrificio, soddisfazione e dipendenza”.

u14 pallamano - marzocchiniQui a Cassano hai avuto modo di sperimentare l’altra faccia della pallamano nei panni dell’allenatore di ragazzini under 14, che tipo di esperienza hai fatto? Cosa ti ha insegnato? Cosa diresti ai tuoi ragazzi?
“Non è un compito facile, penso a loro spesso cercando sempre di dargli il miglior esempio. Gli ho detto che sono i miei fratellini e mi prenderò cura di loro fino alla fine.
Ogni giorno mi insegnano una cosa diversa e mi sorprendono ad ogni allenamento. Sono un gruppo stupendo con l’anima dei guerrieri. Si sono fidato di me, ci hanno creduto, non hanno mollato ed è questo che li ha fatti arrivare in vetta alla classifica.
Direi che per arrivare a un obiettivo bisogna fare degli sforzi e sacrifici… e fin adesso non hanno fatto altro. NOS VEMOS EN LA ARENA!!!”

Federica Scutellà