E’ stato uno dei punti di forza della squadra che ha conquistato la serie B dopo 25 anni contribuendo a formare il ‘gruppo’ vincente che poi ha addirittura sfiorato la serie A. Ha dimostrato sempre attaccamento ai colori biancorossi tanto che il suo nome è stato accostato al Varese anche quando ha smesso di giocare e, nello scorso mese di giugno, era dato come nuovo ds per la prossima stagione. Tutto è poi sfumato. E’ della stessa pasta di Sean Sogliano e Beppe Sannino e per questo è sinonimo di qualità e determinazione. Stiamo parlando di Aldo Preite, oggi nello staff tecnico del Carpi e, guarda il destino, da qualche giorno proprio Sogliano è diventato direttore sportivo degli emiliani. Nella sua prima esperienza da ds a Pavia, Preite ha salvato la squadra da una retrocessione che sembrava annunciata e lo ha fatto con pochi soldi. Lì ha scoperto che le qualità per fare questo mestiere forse le aveva: “Ero a fine carriera e ho iniziato a pensare al dopo calcio – ci racconta Preite -. Non mi sentivo portato per fare l’allenatore, il ruolo di direttore sportivo mi affascinava. A Pavia ho avuto una grossa opportunità perchè dopo l’anno di Varese ho firmato un biennale. La prima stagione l’ho fatta come calciatore poi alla vigilia della seconda il ds Zocchi è andato a Spezia e così mi è stato chiesto di prendere il suo posto e ho appeso le scarpe al chiodo”.
Hai vissuto solo due anni in biancorosso, in momenti diversi. La prima volta nel periodo sciagurato della gestione Turri, la seconda nel momento splendido della promozione in B: come mai Varese ti è rimasta così cucita addosso? “Sono arrivato nel 2003, per me era la prima vera stagione da professionista. Il primo vero contratto in una piazza importante e un po’ come il primo amore che non si scorda più. Poi sono tornato nel 2010, ancora con Sannino, una stagione indimenticabile, la mia ultima prima di andare a Pavia e pensare al dopo calcio. Due esperienze che mi hanno segnato tanto e hanno fatto si che il Varese mi entrasse dentro”.
E’ vero che sei stato a un passo dal diventare direttore sportivo del Varese? “Si, si è tutto vero. Il DG D’Aniello mi ha contattato e ci siamo sentiti parecchie volte. Poi ci siamo visti, sono stato anche in sede a parlarne con il vice presidente Trainito e Spartaco Landini presenti”.
E poi cosa è successo? “Non so cosa sia accaduto, hanno deciso di proseguire con il solo Landini. Ora vedere tutto quello che sta succedendo mi fa veramente dispiacere. Io sono a Carpi dove ho ritrovato Sean (Sogliano ndr) che sta riorganizzando le cose. Ho un accordo di massima per proseguire la mia collaborazione”.
Torneresti a Varese da dirigente? Anche in serie D? “Per tutto quello che ti ho detto fino ad ora è ovvio che la risposta è si. Da calciatore non ho mai badato alla categoria, per me era importante capire le persone con cui andavo a lavorare e il progetto che avevano in testa.  Oggi più che mai la penso così, quindi una D a Varese… perchè no?”.

Michele Marocco