
I playoff sono alle porte e per entrare nel giusto clima, abbiamo pensato di fare una chiacchierata con il varesino più “abituato” a questo clima, per farci raccontare come Gazzada sia arrivata a vincere la regular season e soprattutto, come si stia preparando per questo tour de force finale. Stagione regolare iniziata e terminata da protagonisti, una vera prova di forza per un girone che potremmo definire in tanti modi, ma non certamente facile: che cosa ha provato un campione del calibro di Daniele Biganzoli sabato sera al suono della sirena finale?
«L’emozione è sempre speciale e ogni volta diversa; c’è stata tanta soddisfazione per un altro campionato vinto: frutto del lavoro in palestra sempre col sorriso sulle labbra, ma con tanto impegno da parte di tutti, sia di noi giocatori e dello staff tecnico, ma anche di tutte le persone intorno alla squadra tante e pronte a farsi in quattro per rendere tutto più facile».
Un sostantivo che mi viene in mente pensando a Gazzada, quest’anno più che mai è “determinazione”: caratteristica che avete messo ad inizio campionato per farvi largo tra le rivali, che avete utilizzato poi per vincere lo spareggio e raggiungere le finali di Coppa Italia, e che avete messo in questo girone di ritorno, nonostante i tanti impegni, per chiudere primi la stagione regolare. Da dove nascono questa voglia e questa grinta che vi portano a dare sempre il massimo? Pensando tu, al tuo gruppo, quali altri termini ti vengono in mente per descrivere questi mesi passati insieme?
«Hai detto benissimo: determinazione, ma anche consapevolezza di essere un buon gruppo, che ha saputo trovare in fretta gli equilibri necessari per essere sempre al servizio del compagno e, qualche volta, rinunciando alla propria gloria per il bene della squadra».
Gazzada quest’anno ha formato un gruppo “completo”, con veterani ricchi di esperienza come te, da utilizzare nei momenti chiave, e giovani da inserire e far crescere al vostro fianco a cui chiedere magari, qualcosa in più in difesa; ti abbiamo quasi sempre visto partire dalla panchina, e molto spesso diventare determinante cambiando ritmo, impostazioni e servendo i compagni con precisione: possiamo definire questo “mix” di giocatori, con te come ciliegina sulla torta, uno dei segreti di tante vittorie?
«Sicuramente la società ha allestito la squadra proprio con questo intento, quello di poter far crescere i giovani durante la stagione sfruttando l’esperienza dei veterani, ed ha raggiunto l’obiettivo in pieno, non solo perché abbiamo vinto il campionato, ma perché, in effetti, tanti giovani sono cresciuti molto».
Si parla spesso di nazionale, di settori giovanili trascurati, di ragazzi poco utilizzati per far spazio ai veterani: voi siete l’esempio del contrario, con i giovani che sfruttano la vostra esperienza per crescere trovando poco alla volta sempre più spazio, ed imparando dai vostri insegnamenti; quanto è fondamentale per un ragazzo, oltre ad un buon allenatore, avere anche dei compagni del tuo calibro da cui prendere esempio e con cui confrontarsi anche solo in allenamento per crescere e maturare?
«E’ una domanda che dovresti fare ai ragazzi questa, io ci metto sempre impegno e dedizione, mi diverto e cerco col mio esempio di insegnare nel mio piccolo qualcosa sempre, anche con una sola parola o semplicemente con una pacca sulle spalle».
Siamo alle porte dei playoff, inutile dire il sogno sia la promozione, ma per raggiungerla c’è ancora molta strada da fare, l’esperienza alle finali di Coppa Italia, ha dimostrato che al contrario della stagione regolare, qui non sono ammessi errori, partite come quelle della scorsa settimana con alti e bassi, soprattutto in difesa, potrebbero risultare fatali: come si preparano impegni così importanti? Come ci si carica individualmente e soprattutto, come si carica un gruppo pazzo come il vostro?
«Per quanto riguarda la carica secondo me non c’è bisogno a questo punto, sono momenti esaltanti questi di suo bisogna capire solamente che serve dare il 110% non basta più il 100% avere coraggio e continuare a lavorare duro in palestra».
Nella tua carriera hai avuto il talento per metterti in mostra in tutte le categorie, ora, quando entri in campo sei uno degli osservati speciali, infatti, ti vediamo molto più al servizio degli altri che in veste di realizzatore, ma ai playoff cambia tutto, e serve anche il “Biga tiratore”, sei pronto?
«Io sono pronto a dare una mano alla squadra, come ti ho detto prima, l’alchimia della squadra è ormai consolidata e per me rinunciare a tirare non è stato un problema, ma se servisse nei play-off non esiterò a farlo: sempre nel rispetto dei compagni».
Cosa vi aspettate da questi playoff? Soprattutto, vedendo gli avversari, alcuni già visti e rivisti, dove può arrivare questa Gazzada?
«Ci aspettiamo delle battaglie, non sarà per niente facile, ma siamo pronti a combattere con tutte le nostre forze e alla fine di tutto vedremo dove saremo».
Avete duellato con Saronno fino all’ultimo match per il primato, vedendo i vostri avversari e i loro, alla fine chi ha guadagnato?
«Sono convinto che ogni girone abbia le sue insidie e secondo me i play-off essendo capitolo a parte si inizia da zero con la differenza che abbiamo delle consapevolezze in più».
Domanda obbligatoria, che tutti i tifosi di Gazzada si staranno sicuramente facendo: una volta finiti i playoff, Daniele Biganzoli, in B2 o in C1 che sia, vestirà ancora la maglia gialloblù?
«Lo spero proprio, mi farebbe molto piacere»!
Alessandra Conti