Anticipo di campionato per la Openjobmetis, alla ricerca del terzo successo consecutivo tra le mura amiche dopo le vittorie contro Roma e Cremona. Ospite a Masnago l’Enel Brindisi, squadra che in classifica condivide la quinta piazza insieme a Trento e che verrà ai piedi del Sacro Monte con la voglia di vendicare il ko subìto dai biancorossi in occasione della partita d’andata.

«Si tratta di una partita -commenta Attilio Caja– che vivo con la soddisfazione per ciò che siamo riusciti a fare fino ad ora, sia in allenamento che in campionato. È un test decisamente probante contro una formazione che fino ad ora ha dimostrato un livello altissimo in tutte le competizioni a cui ha partecipato; dal campionato fino all’Eurochallenge, passando dalla Coppa Italia dove, dopo aver superato Venezia, ha dato del filo da torcere a Milano giocando per oltre 30 minuti punto a punto. Da parte mia c’è grande attesa per vedere il livello che abbiamo raggiunto; sono fiducioso perché nelle ultime uscite ho visto tanti miglioramenti anche se mi aspetto una gara estremamente difficile che spero che i miei possano affrontarla nel miglior modo possibile. L’Enel, infatti, è una formazione fisica, pericolosa in campo aperto ma anche dal perimetro; possono produrre tante situazioni in post basso per liberare al tiro gli esterno. Per avere la meglio dovremo far leva sul fisico mentre in attacco ci sarà bisogno del contributo e del coinvolgimento di tutti».

Il ritorno di Diawara potrebbe destabilizzare l’equilibrio trovato in queste ultime uscite?
«Non credo proprio. Kuba ha una doppia dimensione e uno come Eyenga, ad esempio, non soffrirà la sua presenza. Ho una squadra composta da giocatori intelligenti e da qui alla fine dell’anno avremo bisogno dell’apporto di tutti. Maynor? Bisognerebbe conoscere in maniera approfondita la sua storia per capire quanto ancora possa crescere. Dal punto di vista qualitativo ritengo che ormai si sia inserito negli schemi nel miglior modo possibile. Sotto quello fisico, però, credo che possa ancora migliorare. Non so quanto, ma sono sicuro che da qui alla fine del campionato possa ancora accrescere le sue caratteristiche».

Quella di domani sera sarà la partita numero 2000 della Pallacanestro Varese in Serie A.
«Mi riempie d’orgoglio essere sulla panchina biancorossa in questa ricorrenza. Il mio nome sarà al fianco di allenatori che hanno fatto la storia del basket e che qua a Varese hanno lasciato un segno indelebile. Questo non è altro che un motivo in più per onorare al massimo l’impegno, sperando che a fine partita festeggeremo tutti insieme…»

Con la salvezza quasi aritmeticamente acquisita, c’è chi parla già di playoff
«Non ne ho ancora mai parlato con i giocatori, perché dobbiamo pensare partita dopo partita senza fare programmi. Questo non vuol dire che non ci pensi, semmai che non è ancora il momento di tirare fuori il discorso. Dobbiamo ricordarci dove eravamo fino ad un mese fa. Per aprirlo direi che abbiamo ancora bisogno di una vittoria che, a sua volta, deve coincidere con qualche risultato sfavorevole delle squadre davanti a noi. La partita più importante della mia gestione? No, quella è stata quella contro Roma, la mia prima al PalaWhirlpool, seguita da quella contro Cremona che ha consolidato il successo contro i giallorossi. Un risultato positivo domani darebbe ancora più valore a ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Non so come andrà a finire, ma noi ci crediamo».

Marco Gandini