Prima di campionato per il nuovo tecnico della Openjobmetis, Attilio Caja, che lunedì alle 20:00 guiderà i biancorossi nel fortino di Trento. Sfida molto complicata che Varese si prepara ad affrontare non al meglio delle proprie forze. Oltre a Rautins, le cui condizioni verranno valutate con calma, la squadra varesina dovrà fare a meno con molta probabilità anche di Jefferson, uscito ieri dall’allenamento dopo una brutta “scavigliata”. Senza contare poi l’assenza di un playmaker puro in grado di dare minuti a Maynor. Insomma, un’impresa quasi impossibile.

«Trento non è certo il miglior avversario che potevamo trovare in questo momento -racconta il nuovo allenatore biancorosso-. In casa loro c’è grande entusiasmo alimentato da una serie di vittorie importanti costruite nel tempo. Tutto ciò aumenta anche il valore del singolo giocatore che lo porta a dare più di quello che può. Ciò che dobbiamo fare, da parte nostra, è mettere entusiasmo, energia e positività, mettendo, ovviamente, anche una grande componente tecnica in grado di ottimizzare il nostro stato d’animo che in questi primi giorni si è rivelato subito positivo».

Come è stato il primo impatto con i giocatori?
«Ho trovato enorme disponibilità da parte della squadra che si è sentita responsabilizzata dopo le dimissioni di Pozzecco. Per lui e per la città dobbiamo provare a trovare la vittoria in modo da non vanificare il suo doloroso sacrificio fatto per l’amore che ha per questi colori. Per quanto riguarda gli allenamenti, invece, ho tenuto molto di ciò che i ragazzi erano abituati a fare, andando a porre delle semplici correzioni e puntando su cose come i rimbalzi e le palle perse».

Purtroppo l’infermeria è piena.
«Tutte le squadre hanno i loro problemi. Rautins non ci sarà sicuramente, mentre Jefferson verrà valutato quest’oggi. Dispiace per loro ma devo cercare di ottimizzare tutti coloro che ho a disposizione. Tutti sono importanti ma nessuno è insostituibile».

Come sostituire Deane?
«Parto dal presupposto che sono soddisfatto dell’approccio dei ragazzi. Ritengo che non ci sia bisogno di un salvatore della patria, bensì uno che aiuti e che porti una certa qualità in favore del gruppo. Non abbiamo bisogno di un solista che giochi per conto suo, ma di uno che sappia coordinare e valorizzare le qualità dei compagni. Sarà un play esterno, visto anche le problematiche di Rautins».

Marco Gandini