“Stiamo rientrando, è finita la partita!…3-1 per la Cremonese! Tutto bene, tutto a posto…Oh, siamo felici!”, e risata a corredo. E’ la sera del 15 dicembre e Andrea Ulizio confida telefonicamente ad un’amica la comprensibile gioia per aver partecipato attivamente (espulsione folle a fine primo tempo sull’1-0 per la Pro Patria) alla sconfitta della sua squadra. Basterebbe questa intercettazione e la cifra concordata per il disturbo  (a proposito, nella circostanza i trenta denari sarebbero 5.000 euro a testa per Ulizio jr, Melillo e Gerolino) a definire il quadro avvilente di un vicenda che svela platealmente i vizi privati del club tigrotto (o quantomeno di alcuni suoi tesserati). Basterebbe, se non fosse che la patacca rifilata sul campo, andava a braccetto con il copione da commedia dell’arte recitato nello spogliatoio. Un copione in cui l’autentico mattatore era Marco Tosi:

Andrea ULIZIOPronto…
Mauro ULIZIOAmore…
Andrea ULIZIOStavamo parlando di te…
Mauro ULIZIO: con chi?…
Andrea ULIZIOcon GEROLINO e MELILLO…
Mauro ULIZIOE minchia, oh!… (ride)… di che… cosa stavate dicendo?…
Andrea ULIZIONo, niente… in generale, come stavi, come non stavi…
Mauro ULIZIO: Ah… dove siete…
Andrea ULIZIO… TOSI è il numero uno comunque, eh…
Mauro ULIZIO: Si?…
Andrea ULIZIO: Si, si…
Mauro ULIZIOTe l’ho detto…
Andrea ULIZIOHa fatto rivedere oggi il video della partita…
Mauro ULIZIOE va!…
Andrea ULIZIOEh, minchia! ha detto… tipo… magari, che ne so?… un errore così… eh… a noi ci difendeva sempre… tipo, sul gol ha dato la colpa a Myles (ANDERSON Myles – difensore Pro Patria)… (ride) … sul primo gol…
Mauro ULIZIO(Ride)…
Andrea ULIZIOsu quello che ha fatto la “papera” MELILLO alla fine… perchè ha sbagliato lui…
Mauro ULIZIO: Eh…
Andrea ULIZIOHa dato la colpa a Myles… ha detto: “Myles devi stare più basso”
Mauro ULIZIOche gli è passato in mezzo alle gambe… (ride)…
Andrea ULIZIOAh?…
Mauro ULIZIOPerchè gli è passata in mezzo alle gambe?...
Andrea ULIZIONo, era LAMORTE quello che gli è passato in mezzo alle gambe… gli ha detto anche a LAMORTE: “qui devi uscirci prima”…capito?… “non devi farlo arrivare li per calciare”… così… poi ha detto a Myles che sulla respinta di MELILLO che era fuori posizione…
Mauro ULIZIOAh? (ride)…
Andrea ULIZIOCapito?… GEROLINO che stava staccato a marcare un’altro, capito?… gli ha detto tutto bene… poi a Myles gli ha dato la colpa che… non può mai avere colpa li Myles…
Mauro ULIZIO(Ride)…
Andrea ULIZIOe poi diceva: “come cazzo si fa a prendere gol con la difesa piazzata”… allucinante…capito?…
Mauro ULIZIO(Ride)… ascolta… è sul tuo fallo?…
Andrea ULIZIO: Sul… il mio fallo non lo ha fatto neanche vedere…
Mauro ULIZIONo?…
Andrea ULIZIONo…
Mauro ULIZIOMinchia!…
Andrea ULIZIOPoi ha… l’ultima cosa di GEROLINO… il retropassaggio che ha sbagliato… ha detto che ci può stare… è stato un infortunio… ci può stare, capita, pensava di stare più vicino all’area, così… non gli ha detto niente… minchia!… poi, ad un certo punto, GEROLINO nel primo tempo ha fatto un rigore clamoroso… oh, ma clamoroso!… lui ha detto: “no, ma questo si è tuffato… guarda, non lo vedi, questo fa piscina, ve lo dico io!”…
Mauro ULIZIO(Ride)…
Andrea ULIZIOFaceva così… un grande… ci ha difeso a noi!…
Mauro ULIZIOTe l’ho detto!… ascolta un attimo…eh… cosa volevo dire… eh, he… uff… porca puttana!…ah… mi ha chiamato un giornalista oggi…
Andrea ULIZIOEh?…
Mauro ULIZIODella Prealpina…
Andrea ULIZIOEh…
Mauro ULIZIO: Per chiedermi di CALZI…(info di calciomercato ndr)
Andrea ULIZIOEh…
Mauro ULIZIO: Gli ho detto: perchè chiamate me?… mi ha detto: no, dai, lo sappiamo che… gli ho detto: no, no, guarda che… vi state completamente sbagliando… chiamate VAVASSORI, chiamate TRICARICO… loro vi sanno dare notizia più dettagliate… poi gli ho detto: “scusate, dopo tutte le cazzate che scrivete… che avete distrutto a mio figlio, avete anche il coraggio di alzare il telefono e fare il mio numero?… ah?…”… mi ha detto: no, ma perchè… non siamo… ce ne sono uno, due che… gli ho detto: ascolta… prima di andare e massacrare un ragazzo che non c’entra un cazzo con le vostre…”. (cade la conversazione)La gara in oggetto è sempre quella di Cremona e il tono del colloquio è un duro colpo a chi avanza spericolate ipotesi sulla crisi della famiglia nella società moderna. Facezie a parte, dopo le esperienze di Oliveira e Monza, Tosi avrebbe rappresentato il sigillo tecnico del patto scellerato. Un allenatore che, al di là degli illeciti contestatigli, ha avuto il pelo di prodursi in perle dialettiche del tipo: “Non sono venuto a Busto per farmi infamare” (post partita dello 0-2 con il Venezia del 20 dicembre), “Ulizio? Mai visto nè sentito” (il 19 dicembre sul sintetico di Castellanza alla vigilia della stessa gara con i lagunari. Per la cronaca, con Ulizio, aveva condiviso la sera prima l’Happy Hour in pieno centro a Busto), “C’è troppo disfattismo. Certi giocatori non vengono alla Pro Patria perchè leggono i giornali” (il 5 gennaio prima del match con il Monza), “Se Serafini è quello di queste ultime settimane, forse è il caso che pensi a ritrovare le motivazioni altrove” (il 16 gennaio prima della sfida al Pavia). Continuiamo? Meglio di no.

Questi sono solo alcuni stralci del quadro giudiziario e giornalistico. Diverso invece il piano sportivo dove la Procura Federale (chiamata a breve a valutare le carte e proporre sanzioni che, vista la tempistica, dovrebbero essere inflitte solo a partire dalla prossima stagione) dovrà ricostruire i reali rapporti tra il governo ombra (Ulizio sr e Massimiliano Carluccio) e l’amministrazione ufficiale tigrotta. Infatti, se per i tesserati la responsabilità oggettiva è, di fatto, automatica, per i due di cui sopra le relazioni pericolose potrebbero essere più difficilmente dimostrabili. A testimoniarle (secondo quanto si apprende dalle oltre mille pagine dell’inchiesta della DDA di Catanzaro), la fitta corrispondenza telefonica tra Ulizio sr e il DS Tricarico (peraltro non indagato) e un versamento nelle casse biancoblu di 100.000 euro che sarebbe stato effettuato ad inizio stagione dalla moglie di Ulizio sr. Tutti punti su cui la Pro Patria dovrà rispondere (nella migliore delle ipotesi) di mancato controllo. Per salvare il salvabile, se non proprio la faccia.

Alla vigilia della gara di Venezia, dal ritiro del Lido, Marcello Montanari, in risposta alle indiscrezioni sull’inchiesta condotta dalla Procura di Busto Arsizio sul calcio scommesse (diversa da quella della DDA di Catanzaro che ha portato agli arresti di ieri), ci aveva dichiarato: “Da quando ci sono io, posso mettere la mano sul fuoco”. Non abbiamo motivi per non credergli. Purtroppo però, già allora, non si trovavano mani disposte ad immolarsi sull’analogo braciere per la gestione precedente.

Giovanni Castiglioni

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