Di ora in ora emergono nuovi e inquietanti particolari dell’operazione “Dirty Soccer”, quella che ha portato ieri all’arresto di diversi calciatori e dirigenti accusati di truccare partite di Lega Pro e Serie D, tra i quali ben sei legati alla Pro Patria.
Secondo quanto si legge nelle motivazione degli arresti, Mauro Ulizio, dirigente in pectore biancoblu ed ex di Montichiari, Monza e Bellaria Igea Marina, non avrebbe solo combinato i risultati, ma sarebbe anche accusato del reato di corruzione di pubblico ufficiale per aver comprato la patente di guida per il figlio Andrea.
Dagli atti risulta che Mauro e Andrea Ulizio avrebbero contattato Gianni Califano, direttore sportivo del Monza, il quale, a sua volta, li avrebbe segnalati al padre Bruno. Bruno avrebbe fatto da intermediario tra gli Ulizio e un funzionario delle Motorizzazione Civile di Napoli, ancora non identificato, al quale sarebbero stati consegnati 2650€. Ricevuta la somma, il funzionario ha agevolato Andrea Ulizio al momento dei test di teoria e di pratica per acquisire la patente “non esercitando i normali poteri-doveri di controllo e verifica della effettiva preparazione teorico-pratica”.
Un’altra grave accusa, quindi, grava sulle spalle di Mauro Ulizio, già intercettato telefonicamente mentre parla con il figlio e loda mister Tosi per come ha trattato gli autori degli errori che sono costati la sconfitta ai bustocchi contro la Cremonese.

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