Spiegare quanto sta avvenendo alla Pro Patria in questi ultimi mesi (facciamo pure in questi ultimi anni) è una missione impossibile. Per certi aspetti anche inutile. Quindi, lasciamo stare. E limitiamoci alla stretta attualità.

Sul campo, cinque squadre affrontate (3 di Eccellenza, una Primavera e una di Serie D), quattro vittorie, una sconfitta, nove reti segnate (con il solo Simone Adici ex Allievi classe ’98 a ripetersi tra i marcatori), una sola subita. Questo il bilancio delle amichevoli disputate nel mese scarso di preparazione in cui Paolo Tomasoni ha avuto a disposizione la mutevole rosa biancoblu. Cinque impegni semi-agonistici in cui il tecnico di Gallarate ha ruotato 35 giocatori di cui 11 sempre impiegati e 3 (Taino, Truzzi e De Vincenzi) sempre “titolari” dal 1′.

Cosa funziona? Stante il 3-5-2 e sorvolando sul portiere (nelle ultime due uscite è stato impiegato il 94 ex Varese Cosimo La Gorga), sicuramente la fase difensiva, consolidata su due elementi: Alessandro Manti (97 ex Berretti del Torino) e Fabio Cusaro (il nonno dell’84 con corposo curriculum alle spalle). Per la terza maglia in alternativa Sorrentino (94, ieri a segno ad Inveruno), il merliniano Simone Pollero (93 ex Novese) e Giovanni Zaro, che sembra però non essere la prima opzione dell’allenatore tigrotto.

Mediana ancora parecchio work in progress con pollice alzato per Marco Taino e Francesco Giorno (il lonatese, peraltro, ancora a corto di condizione), Alessio Margaglio (96 ex Acqui), Stefano Truzzi (94 già al Varese), Giorgio De Vincenzi (97 intrigante prodotto della Berretti bustocca) e il duttile Riccardo Greco (93 partito dalle giovanili biancoblu e transitato per Varese, Inveruno e Borgomanero). Interessante il figlio d’arte Paolo Scienza (97) mentre qualche dubbio (ma è solo un’impressione) coinvolge Michele Bonfanti per cui vale lo stesso discorso già accennato per Zaro.

In avanti spunti a tratti estemporanei con punto fermo l’altro merliniano Giuseppe Ponsat (95 anche lui ex Novese). Discrete impressioni hanno destato il già citato Adici e Francesco Filomeno (96 ex Berretti). Defilato, al momento per ragioni fisiche, Simone Vernocchi. Tutti da valutare, invece, il neo provinato albanese Sidri Guri (93) così come il veterano Roberto Chiaria (83).

Di fatto, 6/7 undicesimi più o meno individuati nell’estenuante casting in cartellone in queste settimane allo “Speroni” e dintorni. Mancano, insomma, 3/4 giocatori di categoria. Quelli (come sottolinea il DS Merlin) non arrivano in prova ma solo previa sottoscrizione di un contratto. Facoltà concessa solo quando sarà certa la categoria di militanza. Quindi, all’ingrosso, non prima di fine mese. Tutto questo (sia chiaro) tarato sull’eventuale Serie D perchè, in caso di Lega Pro, le carte sarebbero tutte da rimescolare.                  

E qui veniamo al piatto forte che gira intorno all’appello del processo Dirty Soccer in scena a Roma non prima di mercoledì. In giornata scadono i termini per la presentazione dei ricorsi. La Pro Patria (attraverso l’avvocato Cesare Di Cintio) ha già fatto mentre altrettanto dovrebbe fare anche il Procuratore Palazzi. In gioco, neanche a dirlo, il ribaltamento del primo grado che ha concesso alla Torres la permanenza in Lega Pro con soli 2 punti di penalizzazione. La battaglia legale non prevede esclusione di colpi. L’esito incerto sconsiglia previsioni.      

E il fronte societario? D’Aniello ha fretta, Vavassori no mentre Patrizia Testa attende settembre per riprendere i contatti. Una vicenda con parecchi vuoti di sceneggiatura, un’incomunicabilità degna de “Il deserto rosso” di Antonioni e un finale (forse) già scritto. Quale? Il più scontato. Nelle prossime settimane (e solo in caso di Lega Pro) il patron cederà la Pro Patria ad imprenditori di sua fiducia coinvolgendo nella nuova avventura (sempre che lei sia disponibile) anche la Testa. Spiegare la Pro Patria una missione impossibile? Ecco, appunto.

Giovanni Castiglioni