A qualcuno potrà anche sembrare melodrammatico, ma la Pro Patria domani sera allo Speroni alle 19 si gioca la stagione. E forse non solo quella visto che dall’esito dello spareggio salvezza con il Pordenone potrebbe anche dipendere il futuro oltre questo campionato. Ricapitolando, biancoblu a meno tre dai friulani con un ambiente in preda a pessimismo cosmico leopardiano causa china negativa e arbitraggi galeotti (sull’argomento ci torniamo). Tutto il contrario dei ramarri, che con Rossitto in panca, hanno svoltato la stagione caricando una piazza gasata come non mai (per informazioni approfondire la recente polemica prosaica sulle sconvenienti abitudini vantate da una parte della tifoseria neroverde). In casa tigrotta, con Guglielmotti e Taino squalificati, Botturi, Cannoni e Palumbo ancora out, le opzioni nel bouquet di Montanari sono piuttosto ridotte, ma non disperate. Tanto per citarne una, in difesa, recuperato Panizzi a sinistra, ci sarebbe anche l’ipotesi Pisani a destra con Calzi centrale. Se non altro, ruoli già interpretati in carriera. Staremo a vedere. All’andata al “Bottecchia” finì 3-2 per la Pro: da allora sono passati 114 giorni e altri due allenatori.

Come promesso, torniamo sull’argomento arbitraggi e dintorni. Detto che domani fischierà Melidoni di Frattamaggiore (quarto anno con unico precedente un beneaugurante 4-1 con il Rimini nell’anno dell’ultima promozione), le legittime proteste di Montanari e Serafini nel post Como suggeriscono una riflessione inevitabile. Non dovrebbe essere la società a fare la voce grossa in questi casi? Sì, già, ma quale società? Tanto per non prenderla larga, delle due l’una: o Filippi non è (ancora) il proprietario della Pro Patria nonostante il prezzo stracciato di un euro richiesto da Vavassori (e la mancata variazione degli incarichi federali lo potrebbe far supporre), oppure lo è ma non considera l’obbligo di frequenza un requisito fondamentale del proprio ruolo (risulta che l’unico incontro con la squadra sia datato primo febbraio, stop). Facendo finta che il primo caso sia pura accademia, il secondo induce domanda retorica: come è possibile salvarsi in queste condizioni? Insomma, una situazione ingarbugliata che rischia di portare acqua al mulino di chi si augura una retrocessione purificatrice. Ma siamo davvero sicuri che una volta persa la categoria si possa ripartire con nuovi protagonisti e lontano dagli equivoci societari? No, non ne siamo sicuri. Nel dubbio, meglio provare a battere il Pordenone.

I 20 CONVOCATI
Arati, Baclet, Bovi, Brunori, Calzi, Candido, Cannataro, Casolla, D’Errico, Giorno, Lamorte, Melillo, Moscati, Panizzi, Perilli, Pisani, Romeo, Serafini, Terrani, Zaro.

PROGRAMMA E CLASSIFICA

Giovanni Castiglioni