Verso il futuro a piccoli passi. Il neonato Consorzio Varese Calcio, che a differenza di quello cestistico non è proprietario della società, sta ponendo i primi mattoni ed è pronto a crescere, ma senza fretta. “L’imprenditoria varesina sta rispondendo bene – ci dice il presidente Giuseppe Armocida -. Siamo già a quota 15 consorziati; a causa di alcune lungaggini bancarie abbiamo posticipato l’apertura del conto. La quota è simbolica, tanto per cominciare a fare gruppo. Il primo passo sarà organizzare riunioni tra di noi e convention per conoscerci. A breve comunicheremo dove e come partecipare”.

15-08-18 LUGANO VARESE CALCIO VS LUGANO CALCIO UNDER 21 TIFOSI DEL VARESEIl Consorzio si è presentato inaugurando una sala hospitality allo stadio e ideando il premio “Man of the match”, riconoscimento consegnato al migliore biancorosso in campo al termine di ogni partita. “Si tratta di piccole cose, ma che danno un grande segnale – dice a riguardo -. La sala hospitality speriamo ci permetta di conoscerci sempre di più. Sarà un momento di aggregazione, l’obiettivo è di crearne altri. Il premio? Idea bellissima. Quest’anno più che mai i tifosi sono vicinissimi ai giocatori. Marrazzo, o lo stesso Pià che finora ha giocato pochissimo, sono già idoli”.

Allo stadio è tornato un clima familiare: “Io vengo dal mondo dello sport, giocavo a hockey – racconta Armocida – e ho seguito anche il basket, quindi so cosa significa essere sportivi. Fino ad oggi ho vissuto il Varese da mero tifoso, mentre adesso mi sento parte di qualcosa e ne sono onorato. Avere amici con cui siamo riusciti a creare tutto questo è un immenso piacere. Io e Ciavarella ci guardiamo spesso in faccia durante la partita e ci fa piacere vedere tutto quello che sta intorno a noi. E ciò non è stato costruito con la linea del profitto, ma per amore dello sport. Volevamo che lo stadio non fosse chiuso e che il calcio a Varese continuasse a vivere. La gente lo ha capito e viene allo stadio come se fossero partite di B. Alla piazza non interessa in che categoria giochi, ma come e soprattutto perché lo fai. E la squadra dimostra un grande attaccamento”.

Elisa Cascioli