Riprende il campionato di basket e la Openjobmetis, reduce da tre sconfitte consecutive, vuole ritrovare il successo per chiudere con un sorriso un non positivo girone di andata. L’avversaria di turno, Avellino, però non farà sconti, perché un successo per loro vorrà dire Final Eight di Coppa Italia, obiettivo che in casa Varese è sfumato proprio la scorsa settimana contro Pistoia.

«La sconfitta contro la Giorgio Tesi Group -ha dichiarato in serata Yakhouba Diawara al termine dell’allenamento pomeridiano- è stata colpa di tutti. Non abbiamo giocato per 40 minuti e per una squadra come la nostra è difficile riuscire ad avere la meglio quando tutti non riescono a dare il 100%. Abbiamo fatto troppi errori senza mai giocare con grinta ed energia. Cosa che, invece, dobbiamo fare sempre, fin dal prossimo match».Openjobmetis Varese-Reggio Emilia. Diawara dedica al pubblico

Che partita sarà quella contro Avellino?
«Dopo tre ko consecutivi non dobbiamo far altro che giocare per la vittoria, con la sicurezza avuta come contro Brindisi. La Sidigas, che abbiamo già affrontato in preseason, ha un quintetto importante dotato di tanta quantità ma anche qualità. Fino ad ora in casa ha avuto qualche difficoltà in più del previsto ma contro di noi devono vincere per entrare in Coppa Italia. Noi, invece, dopo un’ottima settimana di allenamenti, dobbiamo trovare un successo per noi, per la città e per la società».

L’infortunio di Kangur ha condizionato molto il rendimento dell’andata.
«Kristjan è un grandissimo giocatore che nella sua carriera, grazie alle esperienze a Siena e a Milano, ha acquisito una mentalità vincente. Per noi è stato un duro colpo perderlo anche se la società, con l’ingaggio di Eyenga, giocatore ugualmente ottimo ma con caratteristiche diverse, ha provato a dare una scossa. Per quanto riguarda il mio rendimento, dopo un ottimo inizio ho avuto un naturale calo fisico che la squadra ha subìto. Dopo la partenza sprint dei primi mesi, gli avversari hanno cominciato a raddoppiarmi in ogni situazione e non è facile ora trovare gli spazi. In queste circostanze devo imparare a trovare spazi per armare i miei compagni liberi».

Marco Gandini