Sei sconfitte bastano per azionare il freno di emergenza? Fate voi. Anche se in realtà, quando sei fermo a zero punti, il freno è davvero l’ultimo dei problemi. Il primo è invece il piano da seguire per uscire da una situazione che rischia, a breve, di diventare ineluttabile. Una strategia chiara che, al momento, non sembra però essere patrimonio dei vertici biancoblu. Una prova? Il paradosso allenatore. Incarico affidato ad interim (per necessità più che per scelta) ad Angelo Mastropasqua in attesa che il casting in corso per la panchina tigrotta produca il profilo desiderato. E siccome il mondo del calcio è come il paese del proverbio (piccolo e con la gente mormorante), che in via Cà Bianca sia arrivato qualche due di picche non è certo un segreto. Nulla di male, ci mancherebbe, soprattutto se non vuoi svenarti e vuoi evitare di prendere decisioni avventate. Peccato però che nel frattempo le giornate scorrano e le sconfitte diventino come le ciliegie: una a tirare l’altra. Ragione per cui (forse) sarebbe il caso di dare un taglio all’impasse. Il Cuneo, in questo senso, dovrà essere lo spartiacque.
Nelle more, qualche considerazione sull’attuale guida tecnica non è però eludibile. A partire dal modo di fronteggiare corazzate come il Cittadella visto ieri allo “Speroni”. Davvero si pensa di poter andare a fare la guerra ad armi pari? La risposta sarebbe già nel risultato (e nello sviluppo della gara) ma avendo, per onestà intellettuale, affrontato l’argomento alla vigilia, lo riproponiamo pari pari. Un talento spiazzante come Lucas Chiaretti non avrebbe meritato il sacrificio del modulo? Soprattutto se si pensa che lo stesso trequartista brasiliano si è applicato su Sampietro in fase di non possesso. Della serie: se la capolista gioca sull’avversario perchè non può farlo la Pro Patria? Concetto banale. Ma fino a un certo punto.
E poi il problema della condizione atletica. Il ritardo è evidente. E non è una colpa. Ma non può neanche diventare la foglia di fico dietro cui nascondere i limiti della squadra. Di fatto un alibi in attesa di tempi migliori. Che, sempre secondo Mastropasqua, arriveranno da qui ad un mese. Quando “ce la giocheremo con tutte, anche con le prime”. Credergli o no farà tutta la differenza.

Giovanni Castiglioni