Giornata dedicata ad Eric Maynor in casa Pallacanestro Varese che, dopo l’allenamento Openjobmetis Varese, la prima in biancorosso di Eric Maynorpomeridiano, si è presentato alla stampa nella sala conferenze del PalaWhirlpool. Sarà lui il sostituto di Dawan Robinson; sarà lui a prendere in mano le redini di una squadra che aveva bisogno di un leader per mettere in pratica il gioco rapido e dinamico di Gianmarco Pozzecco. Un arduo lavoro che, però, ha già mostrato di poterlo svolgere in questi primi giorni di allenamento con i nuovi compagni.

«Sono stati giorni lungi ed intensi -ha commentato il playmaker del North Carolina- nel corso dei quali ho potuto prendere confidenza con la mia nuova casa, con i compagni e con lo staff tecnico e dirigenziale. Fisicamente credo di poter riprendere il ritmo partita in poco tempo. Il solo problema riscontrato riguarda il fuso orario che, fino ad ora, non mi ha permesso di chiudere occhio; sono convinto, però, che riuscirò ad ambientarmi al più presto».

Sei arrivato qui con il compito di diventare vero e proprio leader della squadra. Quali sono le tue caratteristiche principali?
«È una sfida che non mi spaventa anche se dovrò reinventarmi avendo sempre fatto il “vice” di altri giocatori. Sono contento di poter diventare un leader e credo di potercela fare. Passando alle mie caratteristiche, invece, penso di poter far girare bene la palla come mi è stato chiesto in questi giorni. So liberare i miei compagni al tiro e, all’occorrenza, prendermi anche qualche responsabilità. Difetti? Sono venuto in Europa anche per poter migliorare la mia pallacanestro. Qua si punta molto sul fisico e credo che questa esperienza possa far alzare il mio livello e portarmi lontano. Dove? Non mi pongo limiti in questo senso».

Che idea ti sei fatto di Pozzecco?
«Mi avevano già parlato di lui, ma in questi giorni ho capito l’importanza che ha avuto, e ha tutt’ora, non solo per Varese ma, più in generale per il basket italiano. Il suo recente passato da giocatore lo rende attento alle necessità di noi atleti. La sua particolarità principale? È amichevole».

In passato hai giocato al fianco di giocatori del calibro di Kevin Durant. Credi di aver fatto un passo indietro rispetto a prima?
«È stato un onore per me poter giocare al fianco di Kevin, amico e grandissimo atleta. In tutta sincerità, però, non voglio guardarmi indietro. Da qui in avanti parte una nuova esperienza e voglio solo fare bene».

Fai il tuo esordio in una partita speciale.
«Mi hanno parlato del derby con Cantù. Che dire, non vedo l’ora di giocarlo!»

Marco Gandini