“Fatico a rendermene conto, l’adrenalina è ancora a mille, pagherei oro per rivivere ancora quegli ultimi istanti, è stato pazzesco”. La voce tremolante e rotta dall’emozione è la voce di chi ha negli occhi ogni fotogramma di quel weekend magico, e non può non farla da padrona nella chiacchierata con Serena Cerutti, capitano della Von femminile. La pallanuoto Varese torna dopo 5 anni in A2 e lo fa davvero in grande stile.
Il campionato concluso a maggio era stato dominato in lungo ed in largo, eccezion fatta per quella sconfitta (rivelatasi poi utilissima a detta di Cerutti “Ci ha fatto aprire gli occhi, ci ha mostrato come esseri umani”) subita proprio nell’ultimo turno contro Bergamo a titolo già in tasca, vincere i playoff, però, è tutta un’altra storia. Una storia che ha avuto inizio venerdì in quello stadio del nuoto di Frosinone, divenuto domenica teatro di un successo storico. “E’ stato tutto molto surreale, a cominciare dal match contro Lavagna 90, la squadra che avevamo studiato di più e che invece ci ha visto sconfitte per 6 a 4. Eravamo troppo tese, il non giocare da due mesi si faceva sentire soprattutto a livello psicologico, e quando ci siamo date una scossa ci siamo riportate sotto fino al 5 a 4, ma la zampata vincente alla fine è stata la loro”. Tutto in salita, dunque, con due avversari tosti da affrontare (Pallanuoto Trieste e Sport & Fitness Brescia) e da battere, per continuare a cullare un sogno chiamato A2. “Alla sera abbiamo staccato la spina – prosegue Serena – abbiamo resettato tutto, e non abbiamo assolutamente parlato di pallanuoto anche se eravamo ben coscienti del fatto che alla domenica avremmo avuto due vere e proprie battaglie da vincere”. Trieste e Brescia, per l’appunto. Le ragazze dell’est tutte giovanissime ma molto ben attrezzate, domenica mattina hanno messo da subito in chiaro le loro intenzioni, e causato qualche grattacapo alla Von. Una Von che nonostante lo svantaggio non si è arresa, anzi, si è unita ancora di più, si è “presa per mano”, ed ha iniziato a giocare da Von. Prima il pareggio, poi il sorpasso, condito soprattutto dalla maggior esperienza bosina. Ma per vincere la guerra serviva un’altra impresa: affondare Brescia. In campionato il compito era già stato assolto, ma si sa che la finale è sempre una gara a sé. E così della serie “se non partiamo male non siamo contente”, ecco il 2 a 0 facile della compagine bresciana, altra rincorsa. In acqua c’è tutto il cuore Von, c’è Cerutti che sigla un gol pazzesco da lontanissimo, ci sono ragazze che sanno cosa vogliono e decidono di andarselo a prendere, senza sconti: 10 a 3 e la Von vola in A2. Alla sirena è solo gioia stavolta, incredulità, sollievo, adrenalina, abbracci e lacrime, che sul volto di un Presidente valgono doppio.
“Missione compiuta, obiettivo raggiunto – afferma il coach Alberto Bellorini – abbiamo lavorato duramente per questo dal primo giorno, ed i nostri sacrifici sono stati ripagati. Sono contento soprattutto per le ragazze perché lo meritano per tutti i sacrifici che fanno e perché hanno sempre motivazioni altissime”, motivazioni che in A2 raddoppieranno. “Saremo pronti, da settembre torneremo in acqua e riprenderemo a lavorare sodo, l’A2 non ci spaventa, anzi, ci dà nuovi stimoli. Ovvio che punteremo a salvarci, ma non è detto che non possa arrivare qualcosa in più. Complimenti alle mie ragazze, per la stagione praticamente perfetta e per tutta la volontà che ci mettono, il plauso più grande va a loro”.
“Qualcuna di noi è stata anche in A1, ma più come comparsa, ora vivremo in prima persona questa realtà, una realtà che sembrava lontanissima quando siamo ripartite da zero 5 anni fa, ma ci siamo rimboccate le maniche, abbiamo lottato senza mai mollare, e questa volta siamo state ripagate proprio come meritavamo, possiamo dirlo a gran voce: finalmente il nostro momento”, conclude infine il capitano.
Sacrifici più una passione senza eguali, che ha fatto uscire le bosine dalle acque di Frosinone decisamente più leggere nelle gambe e nelle braccia, tanto leggere da spiccare il volo, ma un po’ meno leggere nel cuore perché lì, da oggi, verrà custodito gelosamente un nuovo trionfo, un nuovo ricordo, una nuova favola, e quando si parla di favola, non può non esserci un lieto fine, e il lieto fine della Von si chiama A2.

Mariella Lamonica