Tra il dire e il fare, alla Pro Patria, c’è sempre di mezzo Vavassori. E così dopo tre settimane di estenuanti trattative (più mediatiche che reali), saremmo, più o meno, al punto di partenza. Cioè passaggio di consegne impantanato nell’impossibilità di conciliare le reciproche esigenze e patron ancora (e come sempre) a dare le carte nella mano di poker cui è legato il destino biancoblu.
Ma partiamo dalle certezze: entro mercoledì la documentazione sarà comunque completata con tasse e fidejussione e il club bustocco verrà definitivamente iscritto alla prossima Serie D. Davvero sicuri? Beh, quasi. Certo l’aria che tira è quella. Chi se ne occuperà? Banalmente, Vavassori, in caso di mancata cessione, o Patrizia Testa, alle condizioni di Vavassori, se la cessione ci sarà. Insomma, si fa largo l’ipotesi “Ancora tu ma non dovevamo vederci più?”, con parole e musica non di Mogol-Battisti ma di chi (da almeno due anni) dichiara di aver chiuso con la Pro.

Sempre che (ed è un’eventualità da non escludere), le due parti, dopo essersi affrontate per 20 giorni a colpi di clausole e postille, non decidano di andare avanti insieme dando vita ad un Gattopardo che Busto capirebbe (e gradirebbe) davvero pochino. Anche perchè su altro tavolo (a Reggio Emilia) si sta giocando analoga partita con Vavassori protagonista dopo la cessione del pacchetto di maggioranza da Barilli al gruppo Mectiles. Intanto, oggi (a Busto) sarebbe previsto solo un punto della situazione ma nessun incontro decisivo. Come dire che il giorno della verità dovrebbe essere domani. Quando (forse) conosceremo finalmente il futuro della Pro Patria. Che ha però tanto l’aria di assomigliare al passato.                                                                                           

Giovanni Castiglioni