LYUBUSHKINA 9: è stata senza dubbio la migliore della formazione biancorossa. Alla sua prima esperienza fuori dai confini della Russia e arrivata in extremis per sostituire l’infortunata Aelbrecht, Ekaterina ha impiegato molto poco tempo per ambientarsi nella nuova realtà e per diventare un sicuro punto di riferimento al centro per Wolosz. Si è confermata la numero 1 e non solo per il numero di maglia: il suo rendimento è stato costante e sempre positivo, pochissimi i passaggi a vuoto accusati in campionato così come in Champions League; le statistiche lo dimostrano: in Europa si è dimostrata la quinta migliore centrale, in Italia è salita sul secondo gradino del podio. Molte squadre hanno puntato gli occhi su di lei in vista della prossima stagione.
DIOUF 7,5: è l’opposto che a Busto si attendeva da qualche anno. Fiocco di neve, questo il suo soprannome, ha risolto parecchi punti decisivi e ha retto praticamente quasi da sola tutto il peso dell’attacco bustocco (355 punti per lei con una media di 4,93 a set). Le sue diagonali hanno infiammato il pubblico del Palayamamay e sono risultate di difficile interpretazione per la difesa avversaria. Se in tantissime partite è stata lei l’arma in più della UYBA, quella che ha consentito alle farfalle di portare a casa punti, va anche detto, però, che ha accusato vari momenti di flessione dovuti alla stanchezza accumulata dai molteplici e ravvicinati impegni. È arrivata completamente in riserva ai quarti di finale dei playoff scudetto e non è riuscita a graffiare come tutti si aspettavano. Ha dalla sua l’età, è giovane e può avere buoni margini di miglioramento anche per quanto riguarda la tenuta nervosa.
WOLOSZ 7,5: è stata l’annata della sua consacrazione ad alti livelli. All’inizio ha faticato un po’ a prendere le misure sulle nuove attaccanti approdate a Busto; poi, invece, ha spiccato il volo ed è stata precisa, lucida, intelligente nelle scelte e ha mostrato una buona personalità anche e soprattutto nei momenti clou. Ha raggiunto l’apice nella sua Polonia, a Stettino, sede delle Final Four di Champions League: a due passi da casa si è messa in luce in un appuntamento così prestigioso e avrebbe meritato il premio come migliore palleggiatrice della competizione.
MARCON 7: la capitana, alla sua quinta annata a Busto Arsizio, è stata superlativa in ricezione e i numeri parlano chiaro: è stata la migliore ricevitrice in Europa con il 48,06%, la seconda quanto a ricezioni perfette in Italia appena dietro a Leonardi (242) e si è presa lo scettro nella graduatoria che riguarda la media ponderata delle ricezioni con un eccellente 56,81%. Il suo contributo in seconda linea è stato fondamentale. Ha provato ad essere decisiva anche in attacco, con risultati, tuttavia, più alterni.
LEONARDI 7: guarda tutti dall’alto nella classifica delle ricezioni perfette (278) e ha avuto una media ponderata delle stesse del 49,82%, migliore di quella dell’anno scorso (49,25%). In qualche serata non ha dimostrato di essere al top, ma nella maggior parte delle occasioni ha tolto le castagne dal fuoco nella metà campo biancorossa. Si è confermata brava in difesa e la sua annata è andata in crescendo: non per niente è risultata lei la migliore nonché l’ultima a mollare nella serie dei quarti di finale dei playoff scudetto contro Piacenza.
PISANI 6,5: nella prima parte di stagione è stata alle prese con diversi guai fisici; una volta superati, Miss Murone è entrata in forma e ha conquistato la stima di coach Parisi che ha puntato su di lei e su Lyubushkina al centro. Se in attacco non è stata servita con continuità, ha fatto vedere le cose migliori a muro e nella classifica dei muri vincenti per set giocati è al sesto posto con una media di 0,77 muri stampati alle avversarie. Finisce l’annata in crescendo e dopo la medaglia di bronzo in Champions League di due anni fa a Istanbul, si guadagna anche quella d’argento a Stettino.
DEGRADI 6,5: pur giovanissima e al suo primo vero anno in A1, in campo Alice non si è mai intimorita e ha saputo tenere testa ad avversarie anche molto più esperte di lei in Italia e in Europa. Ha giocato in banda ed è stata pure dirottata come opposto e in entrambi i ruoli ha dato buone garanzie. Il più delle volte è entrata in corsa e ha dato la giusta scossa alle compagne: da incorniciare la sua prestazione nella partita di andata vinta contro Conegliano così come i due punti consecutivi che hanno riacceso le speranze nel quarto set di gara-3 dei quarti di finale scudetto contro Piacenza. Ha talento e testa per continuare la sua avventura in biancorosso.
PERRY 6: la schiacciatrice americana ha avuto meno chance delle previsioni. Alternativamente schierata come cambio di Diouf o di una delle bande, ha trovato raramente la titolarità e le sue prestazioni sono state piuttosto altalenanti. Se in serata sì, come ad esempio in gara-1 dei quarti di finale dei playoff scudetto con Piacenza, è stata davvero una delizia per i tifosi biancorossi e una croce per quelli piacentini, se in serata no, la numero 8 ex Dresda è incappata in diversi errori e murate. Probabilmente, se avesse sentito maggiore fiducia avrebbe potuto dare di più ed essere più utile alla causa.
CAMERA 6: stagione difficile per lei che ha trovato pochissimo spazio. Ha sempre avuto davanti Wolosz ed è stata impiegata soltanto per rifiatare la polacca o per consentire il cambio di opposto (da Diouf a Perry) e non trasgredire alle regole delle italiane in campo. Quando si è vista ha avuto però il merito di farsi trovare pronta e di mostrare le sue qualità.
RANIA 6: dopo anni trascorsi tra A2 e B, ha calcato in questa stagione i palcoscenici più importanti del volley femminile mettendosi al collo anche una medaglia d’argento in Champions League. Valentina è la dimostrazione che con tanto lavoro e pure un pizzico di fortuna si possono raggiungere traguardi di alto livello. A Busto il suo impegno non è mai mancato e nelle (poche) occasioni in cui è stata gettata nella mischia ha dato il massimo.
AELBRECHT 6: la sfortuna le ha impedito prima di disputare i Mondiali con il suo Belgio e poi di iniziare la prima stagione in Italia con la maglia della UYBA. Ha recuperato appieno dal brutto infortunio al ginocchio patito in estate grazie alla grande forza di volontà e alla determinazione che la contraddistinguono e, dopo un periodo di lavoro e di ambientamento, lo scorso 25 febbraio ha esordito ad Urbino. Le sue successive apparizioni sono state poche, ma quando è scesa in campo si è fatta notare per grinta, entusiasmo ed esplosività; ha anche conquistato tifosi e compagne con la sua simpatia.
HAVELKOVA 5,5: il suo ritorno a Busto dopo due anni di assenza post triplete ha suscitato l’entusiasmo dei tifosi e ha fatto sognare in grande. In realtà, tuttavia, gli infortuni patiti nelle ultime stagioni si sono fatti sentire e il suo rendimento non è stato quello che i più si attendevano, soprattutto in campionato (molto meglio in Champions League). La ceca ha faticato tanto in attacco e non ha trovato continuità di colpi e di prestazioni; l’infortunio alla spalla subito nella stagione precedente ha modificato anche il suo servizio, non più micidiale come nella prima esperienza da farfalla.
MICHEL 5,5: ha giocato con continuità nel primo scorcio di stagione, facendosi preferire a Pisani, poi ha perso la titolarità ed è via via uscita dai radar di coach Parisi. Ha alternato prove convincenti come quella offerta contro Forlì al Palayamamay (MVP), quella al PalaNorda di Bergamo o quella in Finlandia contro il Viesti Salo a prestazioni piuttosto scialbe condite da errori banali. Se l’anno scorso è andata in crescendo, quest’anno è stata piuttosto altalenante e poteva fare complessivamente meglio.
COACH PARISI 6: nella sua undicesima stagione in biancorosso ha vinto la medaglia d’argento in Champions League, ha migliorato il terzo posto di due anni fa e ha raggiunto il punto più alto della sua carriera di allenatore. L’annata, se praticamente perfetta in Europa, è stata piuttosto complicata in Italia: il coach ha faticato a trovare l’equilibrio necessario e la sua UYBA è stata costantemente sulle montagne russe. In certe circostanze il Palayamamay ha chiamato a gran voce alcuni cambi, non sempre decisi tempestivamente da Parisi.
Laura Paganini
(foto di Salvatore Medau e Gabriele Alemani)