Puntuale come ogni finale stagione il pagellone della Pallacanestro Varese.
Stagione altalenante quella biancorossa, partita sulle ali di un entusiasmo che si è raffreddato subito dopo i primi gravi infortuni cui è stata soggetta la Openjobmetis. Il cambio di allenatore ha alla fine portato nuova linfa quando ormai, però, era troppo tardi.
Rautins 5: 12 pt (32.9% da 2 e 39.5% da 3), 4.6 rimbalzi, 2.3 assist, 9.9 valutazione in 32 min giocati. Arrivato a Varese con tante aspettative, sono state quasi tutte disattese. Persona splendida e disponibile ma totalmente incostante; ha alternato prestazioni ottime ad alcune del tutto imbarazzanti. Peccato, perché si tratta di un tiratore difficile da trovare. Da confermare? Siamo convinti che in un contesto adeguato potrebbe davvero essere decisivo. Si tratterebbe però di un rischio che Varese non può permettersi di prendere.
Lehto 5: 1.8 pt (28.6% da 2 e 18.2% da 3), 0.7 rimbalzi, 0.1 assist, -1.2 di valutazione in 7 minuti giocati. Giudicarlo sarebbe ingiusto per quanto poco spazio ha trovato, ma ciò che ha messo in mostra è davvero poca roba per una serie A che, forse, si immaginava diversa.
Maynor 8: 13.5 pt (37.8% da 2 e 31.9% da 3), 4.1 rimbalzi, 7.4 assist, 12.8 di valutazione in 33.3 minuti giocati. La vera stella della squadra esplosa tra le mani di Caja dopo un inizio complicato nel quale ha dovuto togliersi di dosso le ragnatele dovute a 10 mesi di inattività. Una volta ripresa la forma migliore, ha letteralmente spiegato terminando la sua avventura biancorossa sulla cima della classifica dei migliori assistman del campionato. Rivederlo a Varese il prossimo anno è vera utopia.
Casella 6: 3.2 pt (30.4% da 2 e 31% da 3), 1.9 rimbalzi, 0.2 assist, 1.4 di valutazione in 10 minuti giocati. Prima parte di stagione totalmente anonima passata più in panchina che sul parquet. Trova più fiducia con Caja rispondendo presente alle chiamate del tecnico pavese chiudendo in crescendo. Peccato per l’appendicite acuta che lo ha tolto di torno per l’ultima di campionato. È uno dei pochi giocatori ad avere l’opzione di rinnovo e lui ha già dichiarato di essere interessato a rimanere. Vedremo quali saranno le scelte della società.
Jefferson 7: 11.8 pt (68.7% da 2), 8.6 rimbalzi, 1 assist, 18.8 di valutazione in 26.9 minuti giocati. Arrivato a Varese con il dovere di cancellare il brutto ricordo legato a Ed Daniel, ci impiega mezzo minuto a far capire che la sua stoffa è ben diversa rispetto al centro di Birmingham. Grande atletismo ed ottima intesa con Maynor; i due sono stati protagonisti di quasi tutte le Top Ten del girone di ritorno con giocate tanto utili quanto spettacolari. Ha sofferto con lunghi che fnno della fisicità il loro punto di forza, ma non dimentichiamo che arrivava dalla A2.
Diawara 5,5: 13.2 pt (43.5% da 2 e 28.3% da 3), 4.2 rimbalzi, 2 assist, 9.5 di valutazione in 31.3 minuti giocati. Non ci dimentichiamo del fenomenale girone di andata disputato, ma non possiamo nemmeno far finta di niente rispetto ad un ritorno molto al di sotto delle sue possibilità. Nel mezzo un grave infortunio all’occhio che, nonostante il recupero record, non sembra esser più stato assorbito totalmente da Kuba, vero e proprio idolo di Masnago.
Okoye 6,5: 5.4 pt (59.5% da 2 e 33.3% da 3), 4 rimbalzi, 0.7 assist, 6.1 di valutazione in 15.7 minuti giocati. C’è chi dice che sia la vera causa dei tanti infortuni stagionali; quando infatti era destinato alla tribuna, puntualmente un compagno si fermava dando così modo all’ala nigeriana di essere presente in panchina. Scherzi a parte, parliamo di un professionista serio ed affidabile che ogni volta che è stato chiamato in causa ha sempre dato il massimo di se stesso dal punto di vista dell’impegno. Il futuro? L’opzione per il secondo anno è economicamente vantaggiosa, ma con la formula del 5+5 le possibilità di rivederlo in biancorosso sarebbero rasenti allo zero. Diverso se, invece, si decidesse di puntare nuovamente sul 3+4+5.
Callahan 6,5: 9 pt (50% da 2 e 43.1% da 3), 4.3 rimbalzi, 0.4 assist, 7.9 di valutazione in 18.8 minuti giocati. Il terzo miglior tiratore da 3 del campionato (meglio di lui in percentuale solo Allan Ray e Joe Ragland), dopo i problemi iniziali legati ad uno stato di forma non ottimale, ha saputo distinguersi per combattività ed energia, oltre che, appunto, per una innata precisione nel tiro pesante. Non ha mai fatto mancare il suo impegno, nemmeno nelle giornate “no”, facendo sempre più di quello che gli si chiedeva. Non sarebbe male come cambio per la prossima stagione.
Kangur 5,5: 7.8 pt (36.7% da 2 e 41.4% da 3), 6.2 rimbalzi, 1.9 assist, 9.7 di valutazione in 31.4 minuti giocati. Per il capitano scelto dopo il saluto di Robinson vale lo stesso discorso fatto prima per Diawara; il suo ruolo di collante tra i vari reparti, al quale aggiungeva duttilità e qualità, è stato decisivo nelle prime tre partite del campionato. Poi l’infortunio alla schiena che lo ha tenuto lontano dal parquet per oltre cinque mesi e che non lo ha fatto più tornare quel giocatore decisivo ammirato nelle prime partite.
Eyenga 8: 12.7 pt (51.9% da 2 e 15.4% da 3), 5.9 rimbalzi, 1.4 assist, 12.3 di valutazione in 30.3 minuti giocati. Insieme a Maynor è protagonista indiscusso della travagliata stagione biancorossa. Con l’avvento di Caja in panchina, e relativa esplosione di Maynor, ha alzato l’asticella delle sue prestazioni sia in difesa, dove ha sempre fatto reparto da solo, che in attacco dove ha raggiunto un livello di sicurezza unico, unito ad un valore di spettacolarità che non guasta mai e che lo hanno reso ben presto un idolo indiscusso dei tifosi. Per quanto riguarda il futuro ha già dimostrato un vero interesse per vestire la maglia varesina anche il prossimo anno; trattenerlo sarebbe un vero e proprio colpaccio.
Robinson 6: non sarà stato un playmaker puro, ma ha sempre dato il massimo, soprattutto in termini di punti. Ha pagato l’infortunio di Kangur ma, soprattutto, un passaporto che ha salvato (per poche settimane) il “bulgaro” Deane. Commovente il suo saluto alla squadra, accompagnato dagli applausi dei tifosi presenti al PalaWhirlpool in quel momento mentre lui, con il sorriso stampato sulla faccia, ringraziava tutti avviandosi verso una nuova avventura.
Daniel 3: uno dei giocatori di casa più fischiati dai propri tifosi negli ultimi anni (forse nemmeno Clark lo scorso anno). Inevitabile visto il livello di impegno che metteva nelle partite. E non è un caso che dopo il suo arrivo a Cremona, la Vanoli abbia perso in maniera graduale la zona playoff.
Deane 3: altra grossa delusione stagionale. Guardando lo stipendio doveva fare la differenza dalla panchina, e invece è stato decisivo solo in una partita. Troppo poco per uno dal suo curriculum.
Marco Gandini