Il Varese pensava di chiudere il mercato di gennaio con un attaccante in più e invece se ne trova uno in meno. Lupoli è andato a Frosinone dopo essere risultato determinante nel primo successo esterno della stagione, sabato scorso a Lanciano. “Ciao Varese, mi mancherai” è stato il suo saluto affidato a Twitter. Il vicepresidente Imborgia si è mosso con disinvoltura all’Ata Hotel Executive di Milano, dove si sono svolte le ultime trattative, ma non ha potuto “ballare sulle punte”. Ferrari, Sforzini e Sansovini sono rimasti una chimera ed allora ha spostato gli obiettivi su Osuji, Capello, Varela. Ha fatto meglio che ha potuto con il portafoglio semi vuoto. Ora si confida sulla ritrovata condizione di Forte, aspettando il recupero di Miracoli, consapevoli della capacità realizzativa di Neto e delle invenzioni di Zecchin. Manca un uomo di peso che possa affiancare il capitano? Cambiare il modulo di gioco può rappresentare la soluzione giusta. Dal 4-4-2 di Bettinelli si potrebbe passare al 4-3-3 che poggia sul folto reparto di esterni. Il tecnico di Induno ha dimostrato più volte di saper fare di necessità virtù e non si può escludere che stia pensando a come trarre il massimo profitto dal materiale tecnico di cui dispone.

Rivas non ha convinto nelle poche settimane di permanenza in biancorosso. Nelle ultime stagioni è risultato determinante in un terzo delle partite giocate, lo dicono le statistiche, e nel suo “Varese-bis” è sembrato solo l’ombra del giocatore che i tifosi ricordavano. Ecco allora che i riflettori si accendono su Lores Varela, l’uruguaiano arrivato dal Palermo proprio per sostituirlo. È un esterno sinistro e per la sua capacità di calciare con il piede destro può essere anche impiegato sulla corsia opposta. Dotato di un buon tiro ha puntuali inserimenti offensivi e può consentire l’alternanza con Zecchin nel momento in cui è necessario incrociare le fasce per aprire varchi nell’area avversaria. Stesso ragionamento vale per Willy Osuji, tornato nella Varese che lo ha fatto esordire tra i professionisti del pallone. È stato uno dei “Sannino-boys” (50 presenze, 1 gol) e arriva naturalmente più maturo dopo le esperienze di Padova e Modena. Il suo inserimento in mezzo al campo permette di avere più robustezza. Insomma un muro in più a protezione della difesa. Alessandro Capello è la scommessa di Imborgia: il diciannovenne trequartista del Cagliari è stato impiegato anche come seconda punta ma per il suo fisico (è alto 1.83) è stato schierato anche come attaccante centrale. Sono state le indicazioni tecniche su questi ultimi arrivi a spingerci a credere che Bettinelli possa pensare anche di variare l’impostazione della sua squadra. Non c’è il cecchino vero e allora i gol si cercheranno con i giocatori di movimento. Che potrebbero favorire Neto. “Primo non prenderle” è il credo di una squadra che deve salvarsi e per questo si può guardare con soddisfazione agli inserimenti di Rossi e del franco-marocchino Jebbour. La Pro Vercelli è test importante per i nuovi come per i vecchi. Cercando conferme dopo la vittoria abruzzese. A Lanciano il Varese ha dimostrato di saper soffrire ed è stato cinico nel capitalizzare al massimo le poche occasioni capitate. La classifica biancorossa parla di 26 punti, praticamente la metà di quelli che servirebbero per evitare i playout.

vito romaniello (2)Vito Romaniello,
direttore Agr